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Mercoledì 19 NOVEMBRE 2014
Standard ospedalieri. Cittadinanzattiva: "Ci si sta dimenticando del resto dell'assistenza"

L'invito al Ministero della Salute, da parte del Consiglio di Stato, di riscrivere l'intero testo, è per Cittadinanzattiva l'occasione per "fornire una risposta di sistema, con l’obiettivo di riorganizzare tutto il Sistema e rispondere concretamente alle crescenti difficoltà di accesso e presa in carico dei cittadini da parte del Ssn".

“Cogliamo l’occasione del rilievo fatto dal Consiglio di Stato sullo schema di decreto sugli standard ospedalieri per sollecitare Ministero e Regioni a ridefinire ed approvare in modo tempestivo, coordinato e simultaneo i regolamenti per tutti quegli ambiti dell’assistenza socio-sanitaria che ad oggi sono fermi al palo”, ad affermarlo Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.

Con i rilievi espressi dai giudici di Palazzo Spada sullo “Schema di Decreto recante regolamento sulla definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera”, il Ministero della Salute è invitato a rileggere e riscrivere l’intero testo. “Un’occasione per Ministero ed Enti locali di fornire una risposta di sistema, con l’obiettivo di riorganizzare tutto il Servizio Sanitario Nazionale e rispondere concretamente alle crescenti difficoltà di accesso e presa in carico dei cittadini da parte del Ssn”, continua Aceti.

"Ad oggi non sono stati affrontati gli Standard di personale per livello di assistenza, i requisiti strutturali tecnologici e organizzativi minimi dei presidi territoriali e ospedali di comunità che si sarebbero dovuti adottare con Intesa Stato Regioni entro il 31 ottobre 2014; i criteri di accreditamento del trasporto e soccorso sanitario, gli Indirizzi per garantire la continuità assistenziale dall'ospedale al domicilio del cittadino che si sarebbero dovuti adottare entro il 31 ottobre 2014 con Intesa Stato Regioni; gli standard organizzativi del Distretto Sanitario e soprattutto gli Standard nazionali di Assistenza Sanitaria Territoriale fondamentali che non sono purtroppo previsti dal Patto per la Salute. Un intervento frammentato - conclude Aceti - risulterebbe inefficace per fornire risposte integrate e adeguate ai problemi che le persone oggi incontrano nell'accesso al Servizio sanitario pubblico”.

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