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Mercoledì 21 GENNAIO 2015
Piemonte. A.O Alessandria. Progetto sepsi@al.t è quarto in Italia per il Network Joint Commission

Tra i cinquantadue progetti italiani in lizza, quello di Alessandria si proponeva l'obiettivo di armonizzare le attività di controllo e prevenzione del rischio infettivo, creando un unico strumento capace di sostenere, guidare ed indirizzare le attività legate alla sepsi.

Arriva un riconoscimento di alto livello per l’Azienda Ospedaliera di Alessandria: il progetto sepsi@al.t è stato riconosciuto tra i quattro finalisti della edizione 2015 del Premio per la qualità del Network Joint Commission, la rete internazionale che raccoglie le strutture certificate Joint Commission Italia e che ha come obiettivo il miglioramento della qualità e della sicurezza dei pazienti. Alla fine è risultato quarto tra i cinquantadue progetti provenienti da tutta Italia da aziende italiane di grande prestigio.

La sepsi è una sindrome clinica complessa, difficile da definire, diagnosticare e trattare, che può evolvere rapidamente verso il quadro di sepsi severa e shock settico. Circa il 70% di pazienti con sepsi severa e shock settico necessita di cure intensive e può causare la morte nei casi più gravi. Viene spesso definita in modo generico “avvelenamento del sangue”, recenti dati epidemiologici la pongono come principale causa di decesso per infezioni, in modo particolare presso le strutture sanitarie.

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria ha quindi ritenuto utile avviare un progetto per armonizzare le attività di controllo e prevenzione del rischio infettivo, creando un unico strumento capace di sostenere, guidare ed indirizzare le attività legate alla sepsi, capace di coniugare la qualità delle prestazioni e delle cure e la sostenibilità economica. È stato creato un gruppo di lavoro, con l’obiettivo di uniformare i comportamenti aziendali dal punto di vista della diagnostica e della terapia antibiotica per coinvolgere gli operatori aziendali a tutti i livelli grazie a percorsi formativi mirati. Fanno parte del gruppo di coordinamento del progetto: Andrea Rocchetti, Microbiologia; Grazia Lomolino, Controllo Infezioni Ospedaliere; Roberta Bellini, Sviluppo Strategico Innovazione e Qualità; Eugenio Mantia, Malattie Infettive; Franca Riva Sviluppo e Promozione Scientifica.

Spiega Rocchetti: “Il punto di forza del progetto è la sua capillarità che permette di raggiungere tutti gli operatori uniformandone i comportamenti attraverso istruzioni semplici e condivise; ha consentito di ottenere buoni risultati non solo dal punto di vista clinico migliorando i tempi della diagnosi e della somministrazione degli antibiotici ma anche dal punto di vista economico. Entro il 2015 avremo la possibilità di mappare le sepsi in Azienda integrando le diverse banche dati in un unico database in cui sono stati inseriti tutti i parametri utili al controllo dei singoli eventi. Abbiamo partecipato al bando della Joint Commission a settembre per avere una valutazione esterna autorevole sulla qualità di quanto realizzato. È stata davvero una piacevole sorpresa essere inseriti nella rosa dei quattro finalisti, su 52 progetti inviati. Siamo poi arrivati quarti, ma per noi si tratta di un ottimo risultato, tenuto conto che abbiamo presentato i dati dei primi sei mesi di attività, peraltro lusinghieri dal punto di vista dell’attenzione al paziente (nel velocizzare la somministrazione più appropriata degli antibiotici) e dei costi risparmiati, circa settantamila euro”.

Nell’ottica del massimo coinvolgimento, il prossimo passo sarà la sensibilizzazione dei cittadini che entrano in ospedale, comunicando in modo chiaro sulla sepsi e sui rischi ad essa correlati, sottolineando che il lavaggio delle mani è la più semplice ed efficace misura di prevenzione del rischio infettivo.
 

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