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Giovedì 05 FEBBRAIO 2015
Oncologia. Ecco come gestire il ritorno a scuola del bambino con tumore cerebrale

In una guida per gli insegnanti e quanti si occuperanno dell’educazione del bambino oncologico dopo la diagnosi della malattia, tutte le indicazioni su come gestirlo e supportare i coetanei e i compagni di classe. La guida pubblicata dall’Irccs Medea è gratuita e disponibile online.

La scuola rappresenta per il bambino oncologico il ritorno alla normalità e la possibilità di avere nuovamente relazioni sociali con i coetanei: contribuisce a ridurre il senso di solitudine e isolamento vissuti con l’ospedalizzazione. Ma come gestire questo delicato rientro alla normalità? Anche perché il ritorno a scuola del bambino, in particolare per quello con tumore cerebrale, può scatenare negli insegnanti molteplici pensieri e preoccupazioni, come la convinzione di non essere preparati a gestire l’alunno o l’intera classe: cosa dire? Come dirlo? Cosa e quanto spiegare ai compagni?
 
Per dare risposte a questi quesiti l’Irccs Medea – La Nostra Famiglia di Bosisio Parini ha pubblicato gratuitamente online sul proprio sito www.emedea.it il volume “Ritorno a scuola - Accoglienza, gestione e supporto del bambino con tumore cerebrale nel suo ritorno in classe”, una guida per gli insegnanti e tutti coloro che si occuperanno dell’educazione del bambino oncologico, dopo la diagnosi della malattia.
 
“Portare avanti l’attività educativa significa molto sia per il bambino, sia per i genitori: investire sulla sua istruzione scolastica e quindi sul suo futuro, equivale a rendere quel futuro possibile e concreto, nonostante le minacce e le preoccupazioni causate dalla malattia, e questo serve a dare speranza al ragazzo oncologico e a tutte le persone intorno a lui” spiega Geraldina Poggi, tra gli autori del libro e responsabile dell'Unità di Riabilitazione Neuro-Oncologica e Neuropsicologica dell’Istituto Irccs Medea.
 
Il volume presenta una rapida rassegna di informazioni sui tumori pediatrici, e nello specifico sul tumore cerebrale infantile e sui trattamenti antitumorali; punta la lente sull’impatto emotivo che una diagnosi di tumore ha sul bambino, sulla famiglia, sullo staff scolastico e sui compagni di classe del ragazzo; fornisce agli insegnanti e agli educatori conoscenze di base e suggerimenti pratici per gestire il bambino oncologico e supportare i coetanei e i compagni di classe.
 
Molti insegnanti riconosceranno quindi nelle tecniche suggerite nel volume, strategie che utilizzano abitualmente in classe: alcune delle problematiche esibite dal bambino con tumore cerebrale (ad esempio problemi di scarsa concentrazione e disorganizzazione) si riscontrano comunemente anche in altri ragazzi. Occorre ricordare però che ogni bambino è un mondo unico, e le tecniche e le strategie utilizzate vanno adattate e rimodellate secondo specifici bisogni ed esigenze.
 
Infatti, se da un lato il cervello di un bambino presenta un grande vantaggio rispetto a quello di una persona adulta (è contraddistinto da quella che viene definita plasticità neurale, cioè la capacità di riadattare le funzioni di specifiche parti del cervello, sopperendo alle abilità perse in seguito a lesioni cerebrali), dall’altro la lesione cerebrale avviene all’interno di strutture in via di sviluppo e quindi può alterarne la crescita o il funzionamento, andando poi a ripercuotersi sull’acquisizione di determinate capacità. Per esempio nel bambino oncologico non sono infrequenti problemi di apprendimento scolastico, di comportamento aggressivo, di ansia, di depressione e di ritiro sociale.

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