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Martedì 24 FEBBRAIO 2015
Toscana. Rossi vuol far fuori gli infermieri



Gentile direttore,
interveniamo sulla risposta che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha dato all’Anaao sulla discussa riforma toscana del servizio sanitario regionale. Anche noi abbiamo una serie di perplessità che renderemo pubbliche a breve. In questa sede vogliamo invece sottolineare da un lato la caduta di stile, dall’altro un pericoloso disegno politico che emergono dalle parole di Rossi.
 
In relazione al contenimento dei costi il presidente della Toscana afferma testualmente: “Dunque, si dovrà ridurre il personale del comparto ma anche i tanti, a volte troppi e ingiustificati, primariati ospedalieri a favore di un\'organizzazione più snella e più efficiente. Almeno in parte sarà possibile sostituire il gran numero di infermieri, che potranno andare in pensione, con un certo numero di giovani Operatori Socio Sanitari preparati, pieni di voglia di fare, e non ancora colpiti da quel fenomeno serio, come il burn out, che in sanità fiacca molte energie che tanto hanno dato, e stanno dando, al Servizio Sanitario”.
 
Non possiamo che rimanere basiti. Si annunciano riduzioni del personale del comparto e, quindi anche di infermieri, e la loro parziale sostituzione con giovani operatori socio sanitari “preparati” e “pieni di voglia di fare” non ancora demotivati.
Il disegno politico di Rossi è inquietante e sbagliato. Non parte dalla necessità di una riorganizzazione professionale, bensì minaccia la pura sostituzione di personale infermieristico con personale di supporto allo stesso, meno preparato e, di conseguenza, meno costoso. L’operazione ragioneristico-politica di Rossi non tiene conto di altro. Svuotare i turni di personale infermieristico e sostituirlo con operatori socio sanitari. come se rappresentassero lo stesso unicum professionale, è un piano che mira a indebolire la sanità pubblica, ad abbassarne la qualità a rendere inefficiente il servizio. Non si tratta di un caso di sostituzione di una figura professionale con un’altra, si tratta di sostituzione di una figura professionale con una figura di supporto.
 
Il presidente Rossi non lo dice ma abbiamo la sensazione, visto quello che sta accadendo nelle strutture toscane in merito proprio al reclutamento degli operatori socio sanitari, che l’assunzione non venga operata direttamente dalle aziende sanitarie ma attraverso esternalizzazioni (cooperative e dintorni) ampliando i processi di privatizzazione che, in teoria, non dovrebbero essere cari al presidente toscano.
 
Rossi però ha anche una pesante caduta di stile. Paventando l’assunzione di “giovani” “preparati e motivati” li contrappone alle persone in servizio non più giovani e, nelle righe del presidente, implicitamente non preparate.
Le istituzioni non possono e non devono alimentare lo scontro generazionale ma occuparsi di politiche del lavoro preoccupandosi dei contesti intergenerazionali, integrandoli, arricchendoli e motivandoli.
L’esatto contrario delle affermazioni del presidente Enrico Rossi.
 
Dr. Andrea Bottega 
Segretario Nazionale Nursind

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