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Giovedì 05 MARZO 2015
Medici minacciati. Una app per difendersi dalle aggressioni. Si chiama “savelife”. Test a Palermo

L'applicazione è in grado di inviare, in caso di emergenza, una chiamata di Sos con la posizione del medico, foto e video. Per il Presidente dell'Omceo di Palermo, Salvatore Amato: "Garantire la sicurezza dei medici, soprattutto quelli di continuità assistenziale è una priorità non procrastinabile anche da parte delle Istituzioni”.

Sono sempre più numerosi i casi di aggressioni violente a medici in servizio nello svolgimento delle funzioni di guardia medica e il mondo ordinistico ha scelto di rendersi parte attiva. Lo ha fatto a Palermo, dove una applicazione digitale sarà testata nelle prossime settimane con lo scopo di assistere i medici di continuità assistenziale durante il loro servizio. Si è svolto infatti presso la Prefettura di Palermo un incontro tra il Presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo Salvatore Amato e il Prefetto Francesca Cannizzo, con la presenza di Silvia Radosti consigliere OMCeO Pa e rappresentante dei medici di continuità assistenziale. L’obiettivo del dialogo è stato quello di rendere operativo in tempi brevi, l’uso di una App che protegge i medici da eventuali pericoli ed aggressioni inviando, in caso di emergenza, una chiamata di SOS, la posizione, foto e video.

Il progetto, denominato "Savelife", verrà messo a disposizione dei medici palermitani ed è il primo nel suo genere in Italia. L'undici marzo, il Prefetto presenterà Savelife ad una conferenza di servizio per dare disposizioni esecutive e rendere pertanto la App funzionale e interconnessa con i sistemi di sicurezza già operativi sul territorio. “Siamo molto soddisfatti dell'attenzione che questo nostro progetto ha raccolto da parte della prefettura, segno del fatto che garantire la sicurezza dei medici, soprattutto quelli di continuità assistenziale (ex guardie mediche NDR) è una priorità non procrastinabile anche da parte delle Istituzioni”, queste le parole di Salvatore Amato al termine dell'incontro. la speranza del presidente dell'Omceo di Palermo è che Savelife, una volta testato in Sicilia possa diventare un modello di sicurezza esportabile in tutta Italia. 

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