quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 09 MARZO 2015
Tecnici e medici radiologi. Siamo tutti fuori legge?



Gentile direttore,
il decreto legislativo 187 del 2000 si pone come obiettivo la protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche. In questo momento già diverse Procure d’Italia e recentemente anche il Tribunale TAR del Friuli Venezia Giulia hanno portato alla luce le diverse problematiche che nel campo della Diagnostica per Immagini si sono evidenziate sulla modalità di esecuzione degli esami radiologici.
 
Nello specifico ci si pone l’interrogazione se il medico radiologo deve o non deve giustificare preliminarmente ogni esame radiologico. La recentissima sentenza del TAR del 28 gennaio 2015 ha chiaramente formulato quale sia la procedura che va applicata ad ogni richiesta di esame radiologico, senza altra interpretazione dell’articolo 3 comma 1, comma 4 e comma 5 del D. Leg. 187/2000 e cioè: “non lasciano, invero, alcuno spazio né per autonome iniziative diagnostiche dei tecnici sanitari di radiologia, né, tantomeno, per una, del tutto svincolata dalla specificità del singolo caso concreto.”
 
In conclusione il medico radiologo non deve essere solo presente in struttura ma deve giustificare richiesta per richiesta. Questo Decreto Legislativo non viene applicato nell’intero territorio nazionale e nella maggior parte delle radiologie del SSN, accreditate con il SSN e private e se ciò accade si deve concludere che forse qualcosa va modificato. Forse lo stesso Decreto Legislativo 187?
 
Se una legge viene infranta sempre e da tantissimi professionisti forse è il caso di chiedersi se è stata formulata con buon senso e giuste ragioni. Io mi permetto di fare una riflessione. Attualmente chi richiede l’esame radiologico è un medico che, su suo giudizio clinico, conoscendo il paziente e la sua storia prescrive un esame diagnostico.
 
Il medico di base prescrive al proprio assistito un rx torace per escludere un focolaio. Uno specialista otorino, a seguito di una visita al proprio paziente, prescrive una TC dei seni paranasali per escludere una patologia delle cavità. Un ortopedico chiede un esame radiologico per un controllo di esito di frattura. E cosi via. Tutti questi medici prescrittori hanno conoscenza e mezzi per prescrivere al proprio paziente il corretto esame da eseguire. Se chi prescrive, cioè un medico, non ha dubbi su quale esame richiedere per il proprio paziente, perché deve essere necessaria una "giustificazione" da parte del medico radiologo.
 
E comunque perché il paziente dovrebbe sottoporsi alla valutazione di due medici per fare una radiografia. Credo che il medico che prescrive ad un proprio paziente un esame radiologico, completo di quesito diagnostico, debba avere risposta di ciò che chiede con il seguente iter: RICHIESTA (medico inviante) ESAME (tecnico radiologo) REFERTO (medico radiologo). Ed è quello che oggi avviene.
 
Se invece il medico prescrittore non conosce o preferisce delegare allo specialista medico radiologo la scelta dell'esame da eseguire allora dovrà porre solo un quesito diagnostico e inviare il paziente ad una visita dal medico radiologo che avvalendosi delle informazioni acquisite e della documentazione medica del paziente deciderà la miglior tecnica di esame (ECO, RX, TC, RMN, etc…). QUESITO DIAGNOSTICO (medico inviante) VALUTAZIONE CLINICA E SCELTA DELL’INDAGINE (medico radiologo) ESAME (tecnico radiologo) REFERTO (medico radiologo).
 
E questo è quello che non succede o succede raramente. Così ogni figura professionale avrebbe la sua responsabilità per la parte che gli compete: il medico di base o specialista invia e/o prescrive, il tecnico di radiologia esegue l’esame e il medico radiologo referta e se necessario, su richiesta, visita il paziente e decide la metodica e il tipo d’esame.
 
Concludo dicendo che in questo momento nella quasi totalità delle radiologie italiane siamo tutti fuori legge. I medici radiologi non giustificano gli esami radiologici e i tecnici di radiologia si rendono (loro malgrado) complici nell’eseguire esami radiologici non giustificati. Questa normativa non è applicata e non è applicabile. Mi viene da chiedere se il Sindacato Nazionale dei Radiologi ne è a conoscenza.
 
Dott. (tsrm) Claudio Matteucci

© RIPRODUZIONE RISERVATA