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15 MARZO 2015
Cuore. Un “calcolatore fai da te” per verificare rischio infarto o ictus. On line sul sito del Nhs 

Basta inserire i propri dati anagrafici e quelli sul proprio stato di salute. Se si è fumatori o meno e eventuali malattie cardiache familiari. Sulla base di questi dati il responso. Ma in Gran Bretagna è polemica sulla precisione dello strumento e sul rischio di una corsa al farmaco anche quando non serve

Un calcolatore online potrebbe rivelare, sulla base di dati sullo stato di salute forniti dall’utente, la presunta età del proprio cuore (maggiore o minore di quella reale), nonché il rischio di avere un infarto o un ictus entro 10 anni e l’aspettativa di vita libera da eventi cardiovascolari. A realizzare questo strumento, accessibile a tutti sul web, è NHS Choices (National Health Service), il Servizio Sanitario Nazionale britannico, insieme a Public Health England and the British Heart Foundation (BHF).
Un articolo su The Telegraph evidenzia possibili vantaggi e svantaggi dello strumento. In particolare i dubbi riguardano la sua precisione effettiva e il rischio che i risultati del test possano indurre a un consumo inappropriato di farmaci senza adeguato controllo medico. 

Ma al di là dei dubbi vediamo come funziona il calcolatore on line. Il calcolatore è realizzato per utenti dai 30 anni in su e richiede i seguenti dati: età, sesso, presenza di malattie cardiovascolari, se si è fumatori, peso corporeo, valori del colesterolo totale e HDL, valori della pressione sistolica (massima), eventuale trattamento per la pressione e presenza delle seguenti condizioni: diabete, artrite reumatoide, malattia cronica del rene, fibrillazione atriale, presenza di un familiare di primo grado con infarto sotto i 60 anni. La presenza di queste patologie, infatti, può individuare fattori di rischio rispetto alla salute cardiovascolare e il suggerimento è quello di rivolgersi ad un esperto per la gestione del rischio. L'obiettivo di questo strumento online è quello di aumentare le conoscenze e fornire informazioni sul problema.
 
Sulla base di questi dati, forniti direttamente dall’utente, il test ‘genera’ i risultati restituendo indicazioni su alcuni importanti fattori relativi allo stile di vita. Ad esempio, la pressione sanguigna dovrebbe essere al di sotto dei 120/80 mmHg e inoltre dovrebbe essere controllata regolarmente. Anche la conoscenza dei propri livelli di colesterolo totale e HDL è importante, dato che questo componente, se presente in eccesso, può ostruire le arterie aumentando il rischio di infarto ed ictus: una dieta bilanciata e l’attività fisica sono due strumenti utili per abbassarlo (oltre ai farmaci se necessari). L’indice di massa corporea è un altro indicatore dello stato di salute della persona: se il suo valore supera i 25 si è in sovrappeso, mentre se supera i 30 si è obesi: questa condizione aumenta il rischio di diabete e di problemi di natura cardiovascolare, tra cui infarto ed ictus.
 
Per fare un esempio pratico, una donna di 50 anni non fumatrice, in perfetta forma fisica e salute (ideali livelli di colesterolo, pressione, peso corporeo, assenza di patologie), ha un’età cardiaca pari a 48 anni (inferiore dunque alla sua età reale), un rischio dell’1,6% e un’aspettativa di vita libera da eventi cardiovascolari pari a 84 anni. Questa stessa donna, se fumasse (più di 20 sigarette al giorno) avrebbe un’età del proprio cuore intorno ai 54 anni e aspettativa di vita libera da infarto o ictus pari a 76 anni, mentre il rischio di avere un attacco di cuore entro 10 anni è pari al 2,8%.
E ancora, una donna di 50 anni fumatrice (più di 20 sigarette al giorno), con colesterolo (ratio) molto alto, pressione alta, diabete ed altre patologie e storia familiare di infarto, ha un’età cardiaca di 95 anni e un rischio di avere un infarto o un ictus entro 10 anni pari al 48,2% (aspettativa di vita senza questi eventi cardiovascolari pari a 57 anni. Per un uomo con le stesse caratteristiche il rischio sale al 59,1% mentre gli altri parametri rimangono invariati.
 
La prevenzione, effettuata in maniera opportuna, è molto importante per combattere alcune delle malattie e delle manifestazioni potenzialmente fatali più comuni in Italia e a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, le patologie cardiache e l’ictus rientrano tra le malattie non trasmissibili che rappresentano la prima causa globale di decesso di questo secolo. Le patologie cardiovascolari sono responsabili di circa 17milioni e 300mila decessi all’anno ed entro il 2030 si stima che il numero sia destinato ad aumentare fino a 23 milioni.
 
Viola Rita

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