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Mercoledì 18 MARZO 2015
Esclusiva. Intervista ad Annalisa Silvestro (Ipasvi): “Per difendere e far crescere la professione ‘non è necessario’ essere presidenti”

Ipasvi verso il rinnovo delle cariche. Silvestro non sarà più presidente? “Non sono legata a ciò che è stato e ritengo di poter continuare a dare il mio contributo anche senza una carica specifica all’interno del Comitato centrale, dove sono comunque consigliere, che è coeso e concorde nelle idee e nelle scelte della politica professionale”

Primavera di rinnovi per Ordini professionali e collegi. Con i medici senza più la candidatura di Amedeo Bianco e divisi su due liste su cui decideranno nel weekend e gli infermieri che confermano i propri vertici con Annalisa Silvestro tra i candidati più votati per il nuovo Comitato Centrale. Ed è proprio ad Annalisa Silvestro, presidente "uscente" di lungo corso della Federazione e senatrice Pd, che chiediamo di fare il punto sui risultati e sui progetti futuri. Anche con un occhio alla spada di Damocle delle incompatibilità tra cariche ordinistiche e parlamentari in mano all’anticorruzione. E le sorprese non mancano…
 
Senatrice Silvestro, il risultato delle elezioni per il rinnovo del vertice Ipasvi ha premiato il disegno politico che in questi tre anni e soprattutto negli ultimi mesi avete portato avanti: se lo aspettava?
Si. Ne ero convinta non solo perché credo in ciò che abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo per la professione, ma anche perché proprio durante il Congresso del 5-7 marzo e successivamente nel momento delle elezioni del nuovo vertice Ipasvi, abbiamo avuto conferme dirette e segnali chiari di apprezzamento dai presidenti e da davvero tanti singoli infermieri. D’altra parte il risultato delle votazioni parla da sé: oltre l'85% dei presidenti  dei Collegi ha composto un Comitato centrale che rappresenta la continuità dell’azione intrapresa e che verrà portata avanti nel futuro. E’ stato premiato il progetto e l’idea della professione infermieristica disegnata negli anni con un ampio consenso e conferme piene.
 
Il prossimo passo sarà la distribuzione delle cariche. Ci saranno novità?
Le cariche saranno distribuite entro otto giorni dal voto, come prescrive la legge. La novità è che riteniamo utile una valorizzazione anche generazionale pur nell'ambito del gruppo neo eletto. Personalmente ritengo di aver onorato e adempiuto negli anni a tutti gli impegni legati al mandato di presidente che ricopro dal 2000 e di aver condotto in porto, in questa veste, numerosi successi per la professione. Non sono legata a ciò che  è stato e ritengo di poter continuare a dare il mio contributo anche senza una carica  specifica all’interno del Comitato centrale, dove sono comunque consigliere, che è coeso e concorde nelle idee e nelle scelte della politica professionale.
 
Quindi lei potrebbe “rinunciare” alla riconferma a presidente che si dava per scontata? Quanto sarebbe legata questa scelta alle recenti bordate sulle incompatibilità tra nomine parlamentari e cariche ordinistiche?
La scelta è per riconoscere il merito e per valorizzare competenze maturate e cresciute nel tempo. Non sono legata alla funzione di presidente, lo ripeto. Un' ampia maggioranza di presidenti di Collegi ci ha votato e io intendo adempiere al voto, ma credo di poterlo onorare, ribadisco, anche senza una carica specifica.  Ed è una scelta indipendente da altri elementi di contesto come quello delle incompatibilità: per continuare a far crescere la professione non è indispensabile essere presidenti.
 
Di conseguenza, ovviamente, continuerà a essere senatore?
Certo. In questa fase storica ritengo sia quello il luogo dove posso dare e contribuire di più allo sviluppo della mia famiglia professionale e tutelare e appoggiare un progetto condiviso da tutti, anche a livello istituzionale. Sono certa del mio pensiero: il gruppo, di cui farò parte, votato alla guida della Federazione è fortemente motivato e compatto.
 
Che  progetti futuri ha la Federazione dopo le elezioni?
Il gruppo neoeletto porterà avanti i progetti che abbiamo definito nel programma elettorale e che saranno arricchiti di ulteriori elementi, resi operativi anno per anno anche in base alle esigenze che scaturiranno in corso d’opera.
 
Nei progetti al primo posto ci sono le competenze avanzate che sono ancora in stand by. Con i medici che tirano il freno come la mettiamo?
Non c’è polemica, solo semmai un difetto di comunicazione che a quanto pare  va avanti da tempo. Come già detto  al Congresso non vogliamo essere medici "bonsai", ma utilizzare una marcia ulteriore per assistere i pazienti, individuarne e approcciarne le necessità, incidere nel processo organizzativo e decisionale di sistema e dare, conseguentemente, risposte ancora più pertinenti e mirate alle contingenze economiche e ai bisogni che emergono dall'attuale scenario demografico ed epidemiologico. 
Siamo pronti a rinnovare il nostro impegno per il sistema salute nel rispetto reciproco dei ruoli: proponiamo un nuovo modello di cura e assistenza che integri le competenze specifiche di ogni professione sanitaria e che vogliamo concordare – come stiamo chiedendo ormai da mesi - con tutti a vantaggio degli assistiti e del sistema.
 
C.F.

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