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Mercoledì 01 APRILE 2015
Ostetricia. Anche gli psicologi contro Real Time: “Banalizza temi importanti e dà consigli sbagliati”

Dopo la protesta delle ostetriche contro la pubblicità al latte artificiale, gli psicologi denunciano un altro apsetto del programma TV. "Le ostetriche coinvolte forniscono ai genitori informazioni scorrette che sconfinano spesso, e con modalità del tutto errate sul piano metodologico e contenutistico, nel campo della psicologia".

Come psicologi, siamo ben lieti che le emittenti televisive si occupino di tematiche di nostra competenza. Perché un media potente come la televisione potrebbe senz’altro contribuire a sensibilizzare il grande pubblico sulla centralità della salute mentale ai fini del raggiungimento di un benessere individuale e collettivo lungo tutto l'arco di vita. Tuttavia non possiamo che essere invece sconcertati quando, e purtroppo ultimamente accade spesso, i temi e le professionalità psicologiche vengono banalizzati o chiamati in causa in modo improprio e scorretto: l’ultimo caso è quello di ‘Ostetriche’, il docureality partito in questi giorni sul canale ‘Real Time”. Lo sottolinea, in una nota, Nicola Piccinini, presidente dell’Ordine Psicologi del Lazio.

“Nel programma - continua Piccinini - le ostetriche coinvolte forniscono ai genitori informazioni scorrette che sconfinano spesso, e con modalità del tutto errate sul piano metodologico e contenutistico, nel campo della psicologia. Vengono infatti impartiti consigli che non hanno nessun riscontro scientifico e, non a caso, i genitori partecipanti alla trasmissione sembrano riceverli con disagio, poiché le loro competenze genitoriali e la loro percezione dei bimbi vengono sottoposte a una smentita inattesa, motivata in modo approssimativo”.

“Come professionisti siamo profondamente contrari e critici verso una diffusione di massa di informazioni sbagliate e di consigli comportamentali scorretti, ancor più se in relazione ad un periodo così importante come quello perinatale”, dichiara Mirta Mattina, psicologa e responsabile del Gruppo di Progetto sulla perinatalità attivato dall’Ordine Psicologi del Lazio. “Lo stile direttivo e prescrittivo non dovrebbe appartenere a nessun operatore sanitario”, sostiene Mattina “e riscontriamo invece una preoccupante superficialità nella disinvoltura con cui le ostetricheprotagoniste del programma dispensano indicazioni di natura psicologica del tutto errate, completamente sconnesse dalla necessità imprescindibile di dare centralità ai bisogni emotivi dei bambini”.
 

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