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Martedì 07 APRILE 2015
Resistenza antibiotici. Lorenzin: “È una priorità. Tema dovrebbe essere sempre  in prima pagina”

Il Ministro commenta gli ultimi dati pubblicati dal Governo britannico. “Il tema è al primo punto della nostra agenda insieme ai vaccini da quando faccio il ministro, ne stiamo parlando da almeno un anno e mezzo. Abbiamo fatto anche un G8 in Italia su questo”.

“Il tema della resistenza agli antibiotici è 'una priorità' del ministero della Salute”. È quanto ha ribadito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin commentando lo studio del governo britannico pubblicato.
 
“Sono contenta che oggi se ne parli - ha affermato Lorenzin a margine di una conferenza stampa sulla Giornata Mondiale della Salute - noi stiamo affrontando il tema come primo punto della nostra agenda insieme ai vaccini da quando faccio il ministro, ne stiamo parlando da almeno un anno e mezzo. Noi abbiamo fatto a dicembre un G7+1 su questo tema, ma solo oggi è in prima pagina, ben venga, ma dovrebbe essere affrontato più spesso. La resistenza agli antibiotici è un problema mondiale, è una causa di morte, e lo sappiamo quando si muore per un’infezione contratta in ospedale”.
 
Lungotevere a Ripa, ha spiegato Lorenzin, lavora su due fronti. “Da una parte c'è l'assunzione da parte degli esseri umani che è un aspetto, non è un tema solo di costi, ma di salute pubblica, stiamo ottenendo buoni risultati nella riduzione anche grazie alla ricetta elettronica, ma è un lavoro anche culturale. L'altra parte è quella degli animali, in Italia ci sono controlli molto severi che registrano ogni somministrazione. Il dato sull'uso degli antibiotici è alto nei nostri allevamenti - ha aggiunto il ministro - ma dentro gli alimenti che mangiamo sono pochi, perché nel momento in cui la carne viene macellata si è atteso un tempo sufficiente per smaltirli. Stiamo facendo un grande lavoro ma va fatto anche di più, anche con le nuove tecnologie per mettere in sicurezza gli allevamenti. Negli ultimi tre anni è stata ridotta del 30% la quantità antibiotici nelle carni, ma non è sufficiente”.

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