quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 14 APRILE 2015
Convenzioni. Milillo (Fimmg) agli iscritti: “Rischio di un medico di famiglia subordinato all'Asl”

Il segretario del sindacato ha inviato una lettera agli iscritti in cui evidenzia i punti critici per il rinnovo delle convenzioni e del nuovo Atto d'indirizzo. “Diritto scelta del medico di fatto svuotata. Mmg subordinati ad aziende senza le garanzie dei dipendenti e spersonalizzazione del rapporto medico-cittadino”. LA LETTERA

“Il nuovo atto di indirizzo approvato dal Comitato di settore non recepisce l’accordo firmato il 4 marzo e contiene la riaffermazione di alcuni principi che non possiamo assolutamente condividere e che non possono essere oggetto di mediazione, come testimoniato dallo stallo della trattativa di rinnovo convenzionale”. È quanto sottolinea il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo in una lettera agli iscritti in cui rappresenta la posizione del Sindacato e lo stato dell’arte sul rinnovo delle convenzioni.

Tra i punti critici del nuovo testo aggiornato dalle Regioni che sono evidenziati è “quello che il medico di medicina generale dovrebbe lavorare secondo le direttive della Asl e del distretto, sia per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro, sia per quanto riguarda l’attività assistenziale”.  Critiche al testo anche per quanto riguarda il diritto di scelta degli assistiti, “anche se conservato formalmente, sarebbe svuotato di significato”.
Per Fimmg “il medico sarebbe di fatto totalmente subordinato all’Azienda sanitaria, una sorta di consulente debole, senza le garanzie dei dipendenti” e il “cittadino, privato del rapporto personale col proprio medico, sarà costretto a rapportarsi con una struttura  diretta da figure della dipendenza sanitaria”. 

“La morte della medicina generale fondata sul rapporto di fiducia, il nostro intruppamento nell’organico dell’Azienda sanitaria secondo logiche di stretta subordinazione e l’erogazione della medicina generale con regole organizzative di tipo ospedaliero, nonostante il loro documentato fallimento, non consentirebbe la sopravvivenza del SSN pubblico e favorirebbe un rapido subentro di lobby assicurativo previdenziali secondo logiche di profitto economico”, conclude Milillo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA