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Lunedì 03 MAGGIO 2010
On line le performance del Servizio sanitario nazionale

Il ministero della Salute ha messo on line un’analisi delle performance prodotte dai diversi sistemi sanitari regionali. Attraverso 34 indicatori si misura l’efficienza di ospedali, distretti, assistenza farmaceutica e prevenzione. E i risultati, Regione per Regione, sono riportati in un bersaglio, la rappresentazione grafica elaborata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha prodotto questo studio

di Eva Antoniotti


Quanti sono i parti cesarei? Quante fratture del femore sono operate entro due giorni? Quanti malati cronici vengono “inappropriatamente” ricoverati in ospedale?
Rispondendo a queste e ad altre domande l’Istituto Sant’Anna di Pisa, per conto del Ministero della Salute ha disegnato una mappa dell’efficienza dei servizi sanitari in Italia, che arriva anche al dettaglio di ogni singola Asl o Ao. Uno strumento straordinariamente utile per tutti, amministratori e cittadini.

Presentando il lavoro, che oltre ad essere consultabile on line è stato anche raccolto in 21 poderosi volumi dedicati alle singole Regioni, il ministro Fazio ha tenuto a precisare che lo scopo “non è fare delle graduatorie”, ma avere un quadro dettagliato sullo stato di efficienza della sanità italiana. Una valutazione che però, come ha ammesso lo stesso ministro, non potrà non essere utilizzata anche in relazione ai finanziamenti dovuti a ciascuna Regione, poiché mette in evidenza molte inappropriatezze nell’uso dei servizi e dunque molti sprechi di risorse.

Lo studio offre, Regione per Regione, un’analisi di quello che il servizio sanitario produce in materia di ospedali, distretti, assistenza farmaceutica e prevenzione attraverso 34 indicatori (vedi allegati a fondo pagina).
Per ciascun indicatore è possibile un doppio livello di approfondimento. Si possono confrontare i dati tra le Regioni, in benchmarking, riportati in un istogramma e suddivisi in quintili colorati dal verde scuro, per i migliori risultati, al rosso allarmante, per le performance peggiori. I 22 indicatori principali sono poi riassunti nella ormai nota forma grafica del bersaglio, che ha il centro in verde scuro e poi in cerchi concentrici le altre colorazioni dei quintili, fino al rosso. Per ogni Regione i 34 risultati sono stati riportati in un unico bersaglio, che consente di valutare a colpo d’occhio la situazione complessiva: Veneto e Toscana, ad esempio hanno quasi tutti i “colpi” messi a segno nella parte centrale, mentre per la Calabria il bersaglio appare colpito da una rosa di colpi solo sul bordo esterno.
Lo studio permette poi, per ciascuna Regione, di confrontare le performance delle diverse Aziende sanitarie o ospedaliere.
Per fare un solo esempio, mentre per gli altri rimandiamo agli approfondimenti dei diversi settori di assistenza, prendiamo l’ormai citatissimo caso dei parti cesarei. Secondo l’Oms i parti chirurgici non dovrebbero superare il 15% dei parti totali, ma nel nostro Paese le percentuali sono ben più elevate e si va dal 23,01% del Friuli Venezia Giulia al 61,88 della Campania. Anche all’interno della Regione più “virtuosa” però i dati sono assai diversificati e oscillano tra il 16,54% dell’Asl Medio Friuli al 35,90% dell’Azienda ospedaliero-universitaria. È probabile che questa seconda percentuale sia dovuta anche al fatto che l’ospedale universitario sia struttura di riferimento per i parti più complessi, tuttavia i dati registrati sono tutti al di sopra degli indici proposti dall’Oms.
Ciò che comunque balza agli occhi è il diverso “passo” tra le Regioni, con una evidente posizione di maggiore difficoltà/inefficienza nelle Regioni del Sud.

 

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