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26 APRILE 2015
Congresso di epatologia/6. Il fegato grasso ‘colpisce’ al cuore

Nettamente aumentato il rischio di patologie e mortalità cardiovascolare nei soggetti con epatopatia steatosica non alcolica, uno spettro di condizioni che vanno dal semplice fegato grasso alla cirrosi. Nelle forme più avanzate della malattia, la mortalità cardiovascolare risulta maggiorata del 50% rispetto alla popolazione generale. Fondamentale la diagnosi e gli interventi precoci.

L’epatopatia steatosica non alcolica (NAFLD) è molto più che ‘fegato grasso’; questa condizione si associa infatti ad un rischio di malattie cardiovascolari aumentato del 50%. Lo dimostra un vasto studio di coorte, condotto su circa un milione di persone in Gran Bretagna. La ricerca ha evidenziato che le chance di decesso, per i portatori delle forme più gravi di questa condizione, sono del 50% superiori rispetto al resto della popolazione.
 
 
Lo studio ha preso in considerazione i dati relativi a 900 mila pazienti britannici, acquisiti da registri ospedalieri; questa mole di informazioni è stata processata in modo da individuare i pazienti affetti da NAFLD, NASH e cirrosi NAFLD; parallelamente sono state individuate e codificate le comorbilità cardiovascolari e la loro prevalenza, in un arco temporale di 14 anni.
 
 
Nel periodo in studio, sono stati individuati 2.701 pazienti affetti da condizioni dello spettro NAFLD (1.294 casi di NAFLD, 1.222 con NASH, 1.285 con cirrosi). La mortalità per tutte le cause è risultata maggiore nei soggetti affetti da NASH, rispetto a quelli con NAFLD (rispettivamente 22,1% versus 14,5%) e in quelli con cirrosi, rispetto a quelli con NAFLD (rispettivamente 53,1% rispetto al 14,5%). Anche lo scompenso cardiaco congestizio è risultato meno prevalente nei soggetti con NAFLD, rispetto a quelli con NASH e cirrosi.
 
 
“L’epatopatia steatosica non alcolica – commenta il dottor Jake Mann dell’Università di Cambridge – è ormai un riconosciuto fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Ma i nostri risultati suggeriscono che la steatopatia non alcolica è gravata da un rischio anche maggiore. Questo studio fornisce importanti informazioni sul carico di mortalità e morbilità cardiovascolare di questi pazienti, attraverso tutto lo spettro delle epatopatie steatosiche non alcoliche”.
 
 
La storia naturale della NAFLD si sviluppa attraverso 4 stadi: steatosi (o ‘fegato grasso semplice), steatoepatite non alcolica (NASH), fibrosi e cirrosi. “Nelle epatopatie steatosiche non alcoliche, il grasso che si accumula nel fegato – spiega il dottor Laurent Castera, Vice-Segretario dell’EASL  - può provocare infiammazione e alla fine determinare cicatrici permanenti. Queste condizioni decorrono attraverso quattro stadi di gravità crescente che ben correlano con un rischio cardiovascolare incrementale. È dunque fondamentale individuare i pazienti negli stadi precoci della malattia, per trattarli con la dieta e interventi sullo stile di vita, prima che la loro condizione si aggravi e diventi potenzialmente mortale”.
 
 
Maria Rita Montebelli

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