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Martedì 08 FEBBRAIO 2011
Lombardia: al via sperimentazione rete assistenza per il malato cronico

Si chiama CReG (Cronic Related Gruop) la sperimentazione voluta dalla Regione Lombardia che prenderà il via in 5 Asl e coinvolgerà tutti gli operatori sanitari con l’obiettivo di “prendersi cura” dei malati cronici durante tutto il percorso terapeutico. Previste anche decurtazioni tariffarie per i medici che non rispetteranno i protocolli.

La Lombardia investe sul territorio e punta a creare una rete territoriale assistenziale per i malati cronici. Obiettivo quello di ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso. Per i medici che non rispetteranno i protocolli sarà prevista anche una decurtazione della tariffa riconosciuta al medico nell’ordine del 15-20%. Alla base della sperimentazione, illustrata la scorsa settimana all'auditorium "Giorgio Gaber" della Regione Lombardia, nel corso del convengo promosso dal Sumai-Assoprof, Teva Ratiopharm e Regione intitolato "Integrazione tra i vari attori della Sanità territoriale: prospettive di sviluppo" dall'assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani, il direttore generale dell'assessorato, Carlo Lucchina e il direttore generale dell'Asl Milano Città, Walter Locatelli, vi è un Patto di cura con il paziente subacuto che di fatto viene invitato a seguire responsabilmente la terapia e il percorso di cura stabilito per lui. Verrà sperimentato nei prossimi mesi e, a questo proposito, la giunta regionale a metà febbraio dovrebbe approvare un provvedimento specifico.
 
La sperimentazione in 5 Asl del Cronic Related Gruop (CReG) che coinvolge, con differenti responsabilità tecniche, i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, le Asl, i soggetti erogatori di ricovero e cura e quelli extraospedalieri di specialistica ambulatoriale.
"Il CReG - ha spiegato Bresciani - vuole essere lo strumento attraverso cui il sistema sia al fianco del cittadino affetto da una cronicità. Per il 2011 le malattie prese in esame saranno broncopneumopatie cronico ostruttive (BPCO), scompenso cardiaco, diabete di tipo I e tipo II, ipertensione e cardiopatia ischemica, osteoporosi, patologie neuromuscolari".
"Il paziente sarà accompagnato - ha continuato Bresciani - in tutte le attività, non solo ambulatoriali (farmaceutica, protesica, follow up), assicurandogli la continuità del processo di diagnosi e cura".
Di fatto un ulteriore passo per affiancare il paziente affetto da patologia cronica - "prendendosi cura" di lui - ed evitandogli di imbattersi in una sorta di frammentazione degli interventi e servizi che riceve. Regione Lombardia sta modificando radicalmente il modo di intendere l'assistenza sanitaria, strutturando un sistema in cui al centro ci siano davvero la persona e il suo benessere. Questa azione è stata dettagliata nelle nuove regole, che declinano operativamente per il 2011 gli indirizzi indicati nel Piano Socio Sanitario Regionale (che è valido per il quinquennio 2010-2015).
Ad esempio, con le strutture subacute, che valorizzano le risorse presenti sul territorio e avvicinano l'assistenza al cittadino, i nuovi ospedali sono stati realizzati strutturalmente per organizzare l'assistenza attorno alle diverse aree di intensità di cura; questo pone il problema di come gestire adeguatamente i pazienti che abbiano terminato la fase acuta, ma non siano ancora dimissibili e necessitano il ricovero in una struttura di carattere sanitario.
Anche qui il passaggio è dal curare al prendersi cura: per questo nel 2011 saranno trasformati circa 1.100 posti letto per acuti e riabilitazione (posti letto tecnici) ubicati prevalentemente nei piccoli ospedali che già adesso non rientrano nella rete dell'emergenza-urgenza e non hanno reparti come l'ostetricia e la chirurgia. Queste strutture in cui l'assistenza al paziente richiede, rispetto alla fase acuta, una minor assistenza medica ma comunque una significativa assistenza infermieristica, consentiranno la stabilizzazione dei pazienti prima della completa dimissione al loro domicilio.
"Bisogna far percepire ai cittadini lombardi una nuova cultura della cura - ha detto Lucchina - in grado di capovolgere il pensiero diffuso della gente in base al quale per prima cosa si va al Pronto Soccorso dell'Ospedale; invece l'ospedale deve essere il luogo di cura quando non esistono alternative per curare quella specifica patologia". Ma il Dg avverte anche che chi non rispetta i patti subirà sanzioni: "Nel caso in cui il paziente venisse ospedalizzato inappropriatamente, cioè perché il medico che lo segue non ha rispettato tutti gli step previsti dallo specifico protocollo di assistenza, la tariffa che riconosciamo al medico sara' decurtata del 15-20%". L'obiettivo è delineare un percorso nuovo dell'assistenza post-ospedaliera avendo ben presente che le persone devono essere messe nelle condizioni di stare meglio e, nel caso di cronicità, l'impegno è garantire un allungamento dei tempi e neutralizzazione della limitazione funzionale fino alla non autosufficienza.
La nostra sfida - ha concluso Bresciani - è la cronicità; dobbiamo monitorarla, non possiamo curarla negli ospedali perché i costi sarebbero elevatissimi, vorremmo poterlo fare a casa con l'utilizzo di nuove tecnologie di teletrasmissione dati con avanzamenti tecnologici di ciò che si intende per telemedicina: ci stiamo lavorando, prevedendo quale sarà il reale fabbisogno dei prossimi cinque anni".

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