quotidianosanità.it

stampa | chiudi


10 MAGGIO 2015
Declino cognitivo. Dieta sana riduce il rischio

Uno studio canadese rivela che i soggetti over 55 che seguono diete più sane tendono a risultare più attivi, hanno meno probabilità di fumare e presentano un minor BMI; un’evidenza che indica come una dieta sana sia una pratica associata ad uno stile di vita sano in generale.

(Reuters Health) - Gli anziani che mangiano in modo sano, includendo nella propria dieta maggiori quantità di frutta e verdura, frutta con guscio e pesce, hanno minori probabilità nel tempo di andare incontro a un declino delle facoltà cognitive e della memoria. Secondo Andrew Smyth della McMaster University di Hamilton (Canada), autore principale di uno studio internazionale su 27.000 soggetti in materia, è probabile che una dieta sana abbia effetti sui fattori di rischio cardiovascolare e sulle patologie cardiovascolari stesse, e che questo possa rappresentare un importante meccanismo per ridurre il rischio di declino cognitivo. 

Il campione preso in esame comprendeva uomini e donne di 55 anni e oltre, con una storia di patologie coronariche, cerebrali, della circolazione periferica o ad alto rischio di diabete ed erano stati seguiti fino al verificarsi di eventi come morte, ictus, infarto o ricovero ospedaliero. La metà dei partecipanti è stata seguita per meno di cinque anni. I risultati dello studio non sono stati influenzati dalla successiva esclusione di soggetti con eventi clinici conclamati come gli ictus, il che suggerisce che il beneficio possa anche ridurre il rischio di declino cognitivo per i soggetti in cui non sono presenti indicatori tanto chiari di patologie cardiovascolari avanzate. Poiché lo studio era di natura osservazionale, è stato possibile soltanto accertare come una dieta sana sia connessa ad una riduzione del rischio di declino cognitivo e non si è potuta stabilire una definitiva correlazione causale. Lo studio ha però rivelato che i soggetti che seguono diete più sane tendono a risultare più attivi, hanno meno probabilità di fumare e presentano un minor BMI; un’evidenza che indica come una dieta sana sia una pratica associata ad uno stile di vita sano in generale.

Secondo il dottor Smith, è importante focalizzarsi sulla qualità complessiva della dieta piuttosto che su alcuni cibi in particolare: ad esempio, alcuni dei benefici collegati alle scelte alimentari sane potrebbero essere vanificato da altre scelte meno sane. Alcuni esperti comunque rimarcano che l’effetto protettivo individuato sia legato eminentemente al 20% di pazienti che aderisce maggiormente ad una dieta sana, e sembra scomparire per percentuali inferiori. Inoltre, i partecipanti allo studio avevano tutti un’anamnesi di malattie cardiovascolari o diabete, e potrebbero aver modificato la propria dieta dopo la diagnosi, oltre ad essere esposti ad un maggiori rischio generale di declino cognitivo durante il monitoraggio. I risultati dello studio, dunque, potrebbero non essere generalizzabili al resto della popolazione.

Fonte: Neurology online 2015, pubblicato il 6/5
Kathyrin Doyle
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

© RIPRODUZIONE RISERVATA