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10 MAGGIO 2015
Scaccabarozzi (Farmindustria): “Spendiamo troppo per i farmaci? Non è vero. Nostra spesa sotto del 27% e prezzi più bassi del 15-20% rispetto agli altri Big UE”

Lo ha detto ieri al Festival della Scienza Medica a Bologna il presidente degli industriali farmaceutici italiani. Altro luogo comune, secondo Scaccabarozzi, il peso della farmaceutica sul complesso della spesa sanitaria “Un anno di assistenza farmaceutica costa 270 euro, mentre un giorno in ospedale circa 1.000”. I DATI DI FARMINDUSTRIA

“Una rivoluzione è in atto: età media in continuo aumento, Sistemi sanitari da adeguare, farmaci innovativi in grado di dare risposte terapeutiche sempre più efficaci.” Così Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, nel convegno Il governo della spesa, che si è svolto oggi a Bologna durante il Festival della Scienza Medica.
 
“Nel nostro Paese sono spesso diffusi pregiudizi che non corrispondono però ai fatti. Ad esempio - ha detto Scaccabarozzi - si sostiene che i costi della Sanità siano fuori controllo, ma in realtà negli ultimi 5 anni abbiamo assistito a una loro diminuzione dell’1% e del 2,6% per quelli della farmaceutica. Un altro luogo comune da sfatare è che lo Stato spenda troppo per i medicinali. L’Italia paga il 27% in meno degli altri Big Ue, oltretutto con prezzi dei farmaci più bassi del 15-20%”.
 
E ancora: “Si crede che la farmaceutica pesi sulla sanità in maniera consistente. Anche in questo caso è opportuno avere il quadro complessivo. Un anno di assistenza farmaceutica costa 270 euro, mentre un giorno in ospedale circa 1.000. Inoltre per ogni euro speso in vaccinazione si generano risparmi - per malattie evitate - pari a 24 euro”.
 
“Questi sono quindi solo slogan lontani dalla realtà. Spesso - incalza il presidente di Farmindustria - ci si dimentica della mission innovativa delle imprese del farmaco che oggi ha in sviluppo, in tutto il mondo, oltre 7.000 medicinali, sempre più biotech. E della sua vocazione industriale con 174 fabbriche in Italia, 63.000 addetti, 29 miliardi di produzione (oltre 70% destinati all’export)”.
 
“Successi targati made in Italy – conclude Scaccabarozzi – che possono essere confermati solo se le aziende continueranno ad attrarre investimenti. Come? Con politiche di settore che ne valorizzino il ruolo industriale, riconoscano adeguatamente l’innovazione e stabiliscano regole certe e stabili”.

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