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Giovedì 14 MAGGIO 2015
Al via il congresso dei primari oncologi ospedalieri. Intervista al presidente Fasola: “Un errore la corsa alla chiusura dei primariati. Un’azienda senza leader è monca”

Il riferimento è al recente regolamento sugli standard ospedalieri e all'intesa Stato Regioni che prevede la chiusura di diverse strutture complesse. Per Fasola non deve passare il messaggio che "non serve più chi dirige". Per i farmaci innovativi non basta il fondo speciale "servono risposte strutturali". Nostalgia dei "vecchi" primari? "No, l'attuale direttore di struttura complessa ricopre senza dubbio un ruolo chiave"

Apre i battenti oggi a Milano il XIX Congresso nazionale del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo) dal titolo "Cancer and Human Values". Nel corso dei lavori, che proseguiranno fino a sabato 16 maggio, si cercherà di rispondere a una domanda cruciale: "E' possibile una medicina oncologica efficace ma sostenibile?". Per fare il punto sui lavori congressuali e sugli sviluppi futuri che interesseranno il settore, abbiamo intervistato il presidente Gianpiero Fasola.
 
Presidente Fasola, quali saranno i principali temi che verranno affrontati nel XIX Congresso nazionale?
Parleremo di quanto che sta accadendo in oncologia all'interno dei sistemi sanitari occidentali. Noi pensiamo che l'oncologia sia un ottimo paradigma per riuscire a comprendere quali saranno gli sviluppi futuri di molte tendenze già in atto nella sanità. Velocità dell'innovazione, complessità dei servizi, qualità delle cure e sostenibilità dei costi sono temi che dovranno essere affrontati per tempo e con grande attenzione dalle Istituzioni. Dobbiamo capire quali valori riesce ad esprimere attualmente il nostro Servizio sanitario nazionale - che a nostro parere sono già molti - e cosa potrebbe importare dalle esperienze messe in atto in altri Paesi. Verrà inoltre affrontato il tema della riorganizzazione dei servizi: crediamo che sia possibile recuperare risorse intervenendo su alcuni costi futili che oggi vengono sostenuti proprio a livello organizzativo. Altro tema importante sarà quello della responsabilità che, come oncologi, abbiamo sia nei confronti dei nostri pazienti che della società, visti i costi sostenuti dal settore. In questo caso devo però dire che si parla ancora molto di costi e poco di quanto si riesce ad ottenere in guarigioni e pazienti lungo sopravviventi, con tutto ciò che questo comporta in termini di risparmio e recupero di produttività delle persone che possono tornare alla loro vita. Nel nostro convegno usiamo anche un termine particolare, "medicina sobria". Con questo vogliamo intendere una medicina che evita i costi della medicina difensiva e il cattivo funzionamento dei percorsi di cura.
 
Ha parlato di velocità dell'innovazione e di sostenibilità. A tal proposito, nella legge di stabilità è stato previsto un fondo dedicato all'innovazione. Ad oggi, anche a livello mediatico, sembra essere tutto indirizzato verso i nuovi farmaci per l'epatite C. Già sappiamo, però, che sono in arrivo molti nuovi farmaci antitumorali dal costo elevato. Pensa che già dal prossimo anno si potrà parlare anche di questi medicinali? E, soprattutto, pensa che gli importi previsti dal fondo siano sufficienti?
Penso che questo tema non si possa affrontare con la realizzazione di fondi speciali, c'è bisogno di risposte strutturali. Dobbiamo capire, come Paese, quale livello di costo-efficacia possiamo sostenere per poi dare mandato agli enti regolatori di trattare il prezzo di questi farmaci. Il primo passo, però, come dicevo, è determinare quale valore possiamo sostenere. Su questo punto va fatta una precisazione. Noi non abbiamo introdotto, o spesso lo abbiamo fatto con ritardo, farmaci con costi sostenibili in termini di costo-efficacia, mentre continuiamo a mantenerne altri con costi ben oltre la soglia di sostenibilità a fronte dei benefici che generano. Agire in questo modo è un controsenso. È quindi necessario innanzitutto darsi un metodo, trasparente e rigoroso dal punto di vista scientifico.
 
Mettendo sulla bilancia farmaci e chirurgia, ad oggi qual è l'arma determinante nel settore oncologico? E quale pensa possa essere nel prossimo futuro?
Rispondere oggi a questa domanda non è facile. Posso dire che la chirurgia resta fondamentale nelle patologie aggredibili in forma precoce. Sono invece molto interessanti i nuovi farmaci che permettono di rendere lungoviventi pazienti che fino a poco tempo fa erano considerati persi. Possiamo dire che, nel prossimo futuro, il ruolo dei farmaci è comunque destinato a crescere.
 
Cosa ne pensa del nuovo regolamento sugli standard ospedalieri e, sempre su questo tema, che opinione si è fatto della bozza di intesa Stato Regioni laddove vengono previsti risparmi ottenibili dal ridimensionamento dei primariati?
Il regolamento è un importante documento organizzativo. Quanto ai primariati, dobbiamo fare una distinzione. E' senz'altro necessario intervenire là dove esistono ancora ospedali con duplicazioni di funzioni non giustificate. Detto questo, non bisogna però eccedere nel fare questo. Se abbiamo creduto nell'aziendalizzazione, come io ho fatto, non possiamo poi immaginare di ipersemplificare il tutto facendo passare il messaggio che non serva più chi dirige. In questo modo si perde un interlocutore fondamentale con le Istituzioni che, se agisce bene, riesce ancora a fare la differenza. C'è un esempio che rende bene il concetto: un elefante può fare grandi disastri, ma con un piccolo indiano sopra a guidarlo è in grado di fare grandi cose.
 
Nel vostro nome, Cipomo, c'è un esplicito richiamo al ruolo dei Primari. Ormai ad utilizzare questo termine siete rimasti voi ed Anpo. Ha nostalgia di quando Primari lo si era anche per la legge?
No, diciamo che faccio parte di un'altra generazione, anche se devo dire che alcuni colleghi sembrano essere più 'nostalgici' in questo senso. Ho vissuto positivamente il cambiamento avvenuto. Penso conti di più il riconoscimento di una funzione che, rispetto al passato, oggi è più complessa e difficile. Il direttore di struttura complessa ricopre senza dubbio un ruolo chiave. 
 
Giovanni Rodriquez

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