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Giovedì 14 MAGGIO 2015
Anziani. Gli antipertensivi non aumentano il rischio di cadute

Secondo uno studio effettuato a Boston su 598 anziani, gli ACE inibitori e i calcio-antagonisti migliorano la funzionalità muscolare. Ciò potrebbe spiegare la loro correlazione con un rischio inferiore di cadute.

(Reuters Health) – Un nuovo studio prospettico ha riscontrato che, contrariamente a ciò che spesso si teme, un farmaco antipertensivo non aumenta il rischio di cadute in anziani sani e residenti in comunità. I risultati, pubblicati online su Hypertension, contraddicono un articolo del 2014 su JAMA Internal Medicine, secondo cui esisteva un elevato rischio di gravi lesioni dovute a cadute negli anziani che assumevano farmaci per abbassare la pressione, soprattutto fra coloro che erano già caduti precedentemente. Lo studio, guidato da Lewis Lipsitz, direttore dell’ Institute for Aging Research all’Hebrew Senior Life e professore di Medicina alla Harvard Medical School di Boston (USA), ha seguito per un anno 598 uomini e donne anziani che soffrivano di ipertensione. I partecipanti avevano un età compresa tra i 70 e i 97 anni e facevano parte dello studio Maintenance of Balance, Independent Living, Intellect and Zest in the Elderly Study di Boston (conosciuto anche come MOBILIZE Boston Study).

Al basale, l’89,5% dei soggetti coinvolti assumeva antipertensivi, tra cui gli inibitori del recettore dell’angiotensina (12,8%), gli inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE) (34,7%), gli alfa-bloccanti (7,1%), i beta-bloccanti (51,9%), i calcio-antagonisti (29,3%) e i diuretici (47,0%). Durante il follow-up, 267 partecipanti (44,7%) sono caduti 541 volte. Il numero di cadute a persona andava da 0 a 17. 82 anziani (13,7%) sono caduti all’aperto,127 (21,2%) in spazi chiusi, 44 sia all’aperto che al chiuso (7,4%) e 164 (27,4%) si sono feriti in seguito alla caduta.14 pazienti sono caduti, ma non hanno saputo dare spiegazioni riguardo all’episodio. Le valutazioni - effettuate sottoponendo 311 pazienti a Doppler Transcranico -hanno riscontrato un flusso di sangue cerebrale (CBF) medio di 39,0 cm al secondo in coloro che erano caduti, e di 42,3 cm/s per quelli che non avevano subito cadute.

Un’analisi multivariata non ha mostrato nessuna relazione rilevante tra l’uso generale di antipertensivi e il rischio di cadute. Mentre nessuna categoria di farmaci ipertensivi è risultata associata a un maggior rischio di cadute. I pazienti che assumevano calcio-antagonisti avevano il 38% in meno di rischio di cadere e il 43% in meno di farlo in uno spazio chiuso. I soggetti sotto l’effetto di ACE inibitori avevano il 38% in meno di possibilità di cadute dannose. I pazienti caduti prima dell’inizio dello studio erano anche esposti a un minor rischio di qualsiasi tipo di caduta se sottoposti a terapia con calcio-antagonisti o ACE.

I ricercatori hanno riscontrato che, al basale, l volume del flusso ematico cerebrale era 43.3 cm/s per i pazienti in cura con calcio-antagonisti e di 40,0 cm/s in coloro che non assumevano questo tipo di farmaci. Inoltre, il volume del flusso ematico cerebrale era più elevato anche nei soggetti a cui venivano somministrati inibitori dell’ACE, sebbene non ci fosse una differenza rilevante dal punto di vista statistico.
 
“È stato dimostrato che gli ACE inibitori e i calcio-antagonisti migliorano la funzionalità muscolare - ha osservato Lewis Lipsitz - e ciò potrebbe spiegare la loro correlazione con un rischio inferiore di cadute, mentre un elevato volume del flusso ematico cerebrale potrebbe giustificare una parte del rischio ridotto di cadute associate ai calcio-antagonisti”."C’è un ampia varietà di trattamenti tollerabili dagli anziani”, ha commentato Kenneth Madden, della University of British Columbia e responsabile di Geriatria al Vancouver General Hospital (Canada), che ha revisionato lo studio”.

"Ad esempio, quando le persone invecchiano, specialmente se soffrono di ipertensione, anche i meccanismi fisiologici volti ad assicurare una continuità del flusso ematico al cervello potrebbero non funzionare. In questi casi, il trattamento con ipertensivi potrebbe portare a svenimenti”.

FONTE: Hypertension 2015

Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

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