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Giovedì 28 MAGGIO 2015
Lombardia. Prove di collaborazione tra sanità istraeliana e sanità lombarda

La proposta di individuare in Lombardia luoghi dove sperimentare le buone pratiche del sistema sanitario israeliano è stata lanciata nel corso del convegno organizzato dall’Omceo di Milano, in collaborazione con la Mediterranean Solidarity Association. In Israele più di 8mila medici su 27mila  parlano italiano

Sperimentare momenti di collaborazione e di scambio di esperienze qualificanti tra l’organizzazione del Sistema sanitario israeliano e quello lombardo. Due sistemi che, anche per la dimensione della popolazione assistita, 9 milioni il primo e 10 milioni il secondo, presentano numerosi punti di contatto.
 
È stato questo il tema al centro del convegno dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, in collaborazione con la Mediterranean Solidarity Association, organizzato presso il Circolo della Stampa di Milano e presieduto da Giuseppe Bonfiglio, VicePresidente di OMCeOMilano.
 
“Il Sistema sanitario israeliano – ha ricordato Roberto Carlo Rossi, Presidente di OMCeO Milano – ha messo al centro della sua organizzazione l’Assistenza domiciliare integrata del paziente cronico governata dal Medico di Famiglia è, oggi, indicato dall’Oms come modello socialmente e finanziariamente sostenibile. Un modello in cui il medico ha un ruolo sociale primario”.
 
Quella israelianaè una sanità con punti di forza ma anche con alcune criticità, ha ricordato Leonid Eidelman, Presidente dell’Israeli Medical Association (IAM), che rappresenta la quasi totalità dei 27mila medici israeliani sia dal punto di vista sindacale che da quello regolatorio,
 
I punti di forza risiedono, soprattutto, nell’efficienza complessiva del sistema, la cui incidenza sul Pil è inferiore a quelle dei Paesi europei, Italia compresa, frutto sia dell’avanzata diffusione delle più moderne tecnologie, ma anche della sua struttura organizzativa nella quale, ad esempio, non è prevista incompatibilità tra l’attività in ospedale e quella sul territorio. Il servizio sanitario, come quello italiano, è universale, anche se l’organizzazione della domanda è affidata a quattro fondi, a uno dei quali il cittadino israeliano è obbligato ad iscriversi.
 
Un’organizzazione che, tuttavia, non garantisce risultati omogenei su tutto il territorio. Nella zona di Tel Aviv, ad esempio, le aspettative di vita sono tra le più alte a livello mondiale, mentre in altre zone del Paese si vive in media anche 9 anni di meno.
 
“Anche in Israele ci sono motivi di insoddisfazione sul funzionamento della sanità – ha ricordato Leonid Eidelmann – ad esempio, ci sono 3 medici ogni mille abitanti contro i 4 dell’Italia. E anche per questo nel 2011 l’IAM è scesa in piazza per rivendicare al Governo un miglior trattamento lavorativo per i medici, ottenendo l’assunzione di alcune migliaia di medici, significativi aumenti salariali, fino all’80%, e la riduzione degli adempimenti burocratici per la categoria”.
 
 “Su 27mila medici israeliani più di 8mila parlano correntemente italiano avendo studiato medicina nel nostro Paese e, di questi, 4mila nella sola città di Milano – ha aggiunto Enrico Mairov,Presidente di Mediterranean Solidarity Association, elencando le diverse iniziative nelle quali è impegnata la sua Associazione a sostegno dello sviluppo della collaborazione fra i sistemi sanitari di Israele e della Lombardia – un punto di forza a sostegno di un lavoro comune che deve, nonostante le tante difficoltà, coinvolgere l’intera area Mediterranea”.
Infine un auspicio affinché le proposte per sperimentare momenti di collaborazione e di scambio di esperienze qualificanti tra i due sistemi sanitari, avanzate anche dal Presidente di OMCeO Milano, trovino  una concreta attuazione è arrivato infine da Fabio Rizzi, Presidente della Commissione Sanità della Regione Lombardia.
 

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