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Sabato 30 MAGGIO 2015
Campania. Via libera a decreto con le nuove tariffe della riabilitazione 

Nuove tariffe e restyling ai tetti di spesa per la Riabilitazione. La Regione, sul filo di lana prima della fine della legislatura, fa scattare il semaforo verde al decreto commissariale. Coordinamento associazioni: “Svolta epocale per l’assistenza in Campania”. IL DECRETO

Nuove tariffe e restyling ai tetti di spesa per la Riabilitazione in Campania: la Regione, sul filo di lana prima della fine della legislatura, fa scattare il semaforo verde al decreto commissariale che, dopo il via libera dell’avvocatura dello Stato, recepisce e dà piena validità alla transazione sottoscritta alla fine dello scorso aprile dalle associazioni di categoria riunite in coordinamento. Una vittoria incassata da un fronte variegato rappresentato da sei sigle sindacali (Anisap, Anpric, Aspat, Confapi, Confindustria Sanità e Fras) che, in queste settimane, hanno raccolto la firma di oltre 90 centri, raggiungendo dunque il quorum fissato da Palazzo Santa Lucia per segnare la maggioranza delle 143 strutture di riabilitazione accreditate attive in Campania. Il decreto n. 49 del 2015, adottato il 27 maggio, reca la firma del governatore uscente Stefano Caldoro, in qualità di commissario ad acta per la sanità, dei componenti la struttura dirigenziale del dipartimento per la Salute di Palazzo Santa Lucia con il parere favorevole del sub commissario governativo Mario Morlacco la cui sigla è in calce al decreto.
 
“Si tratta di un accordo storico per il rilancio dell’area assistenziale della riabilitazione e del sociosanitario in Campania – sottolinea Pierpaolo Polizzi, presidente Aspat e portavoce del coordinamento -  un risultato raggiunto al termine di un percorso iniziato lo scorso febbraio quando insieme ad altri abbiamo dichiarato lo stato di crisi del comparto elaborando una articolata piattaforma di rivendicazioni di cui le tariffe e i tetti di spesa sono solo un tassello. In fieri sono in corso le trattative, con la controparte regionale, anche per sciogliere almeno altri due nodi: la conversione dei centri di riabilitazione in Rsa e la compartecipazione alla spesa per prestazioni sociosanitarie di cittadini e Comuni che vede questi ultimi inadempienti”.   
 
A non firmare l’accordo sono invece Aias e Anfass che ritengono insufficiente il riconoscimento degli arretrati riconosciuti dalla Regione con la transazione, irricevibile la proposta di accordo e il successivo decreto adottato, insomma lese le aspettative della categoria che pertanto non riuscirebbero a garantire  il numero delle prestazioni necessarie a soddisfare il fabbisogno riabilitativo e i livelli occupazionali.
 
I contenuti dell’accordo sono peraltro noti: in sintesi si tratta della rideterminazione migliorativa delle tariffe per gli anni che vanno dal 2003 al 2014 in uno alla corresponsione di arretrati tariffari per tale periodo, al di sopra dei tetti di spesa annuali e con tempi di liquidazione certi che garantiscono una iniezione di liquidità immediata. Il decreto mette inoltre una pietra tombale sulla tormentata vicenda giurisdizionale durata ben 12 anni su tetti di spesa e tariffe per il superamento di rimborsi penalizzanti bocciati a più riprese sia dal Tar sia dal Consiglio di Stato. Una transazione che supera anche i recenti e contestati decreti commissariali n.153 e 154 di dicembre 2014. In arrivo dunque la corresponsione degli arretrati tariffari per circa 60 milioni di euro a carico della Regione per il periodo 2003-2014 da erogare entro tre mesi dall’adozione del decreto in uno alla rideterminazione dei tetti di spesa 2014 con l’erogazione di ulteriori 5 milioni di euro a recupero dei tagli imposti dalla Regione sulla categoria in quell’anno e infine l’adozione di una nuova tariffa 2015. In pratica la Regione riconosce alle strutture i conguagli conseguenti alla rivalutazione delle tariffe, e dall’altra le Associazioni di categoria e i centri firmatari dell’intesa transattiva rinunciano al contenzioso e alle azioni giudiziarie pendenti, anche in tema di tetti di spesa e ad ogni altra pretesa. Per quanto riguarda il periodo a partire dal 2015 la Regione adotta le tariffe rivalutate, nel rispetto dei costi standard e delle disposizioni nazionali riguardanti l’aggravio degli oneri contributivi per il personale non dipendente quantificabile in una percentuale intorno al 2% rapportato alla quota di personale interessato e, orientativamente, nello 0,2% della tariffa.
 
“Questa transazione e il successivo decreto – sottolinea Nando Mariniello presidente Anisap – rappresentano una vittoria del coordinamento delle associazioni di categoria e anche per la Regione e la struttura commissariale che guadagnano risparmi in termini di spese legali e moratorie. Gli unici sconfitti sono coloro che hanno sempre remato contro ogni ipotesi di accordo e che non si sono voluti sedere al tavolo delle trattative. Le proteste che si sono registrate in questi mesi, nonostante i passi avanti delle trattative, sono le stesse che negli anni hanno impedito di concludere una vertenza annosa adducendo motivi inconsistenti inseguendo ipotetiche migliori condizioni ma trascurando tutti gli aspetti positivi per cittadini, lavoratori e imprese. Sono convinto della necessità di ricompattare ulteriormente il fronte della riabilitazione in Campania per affrontare i complessi nodi ancora in piedi ai tavoli tecnici con la Regione da affrontare con il nuovo inquilino di Palazzo Santa Lucia”.
 
Ettore Mautone

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