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Mercoledì 10 GIUGNO 2015
Mobile health e bioetica. Dal Cnb parere con raccomandazioni. “Per App sanitarie prevedere l'obbligo di supervisione del medico”

Il parere  mette in evidenza le potenzialità delle nuove tecnologie (dai servizi Google all'Apple Watch) ma si sofferma anche sulle problematicità etiche quali privacy, vulnerabilità tecnologica e consenso informato. No a video visite che sostituiscono la relazione interpersonale. Entro 2018 1,7 mld di utenti di app per la Salute. Tra le raccomandazioni, la costituzione di portali accreditati e di un Osservatorio. IL PARERE

Pubblicato il parere “Mobile-health e applicazioni per la salute: aspetti bioetici”, approvato all’unanimità dal Comitato Nazionale per la Bioetica in data 28 maggio 2015. Il testo è stato redatto da Laura Palazzani, vicepresidente del Cnb. Il parere analizza gli aspetti bioetici della mobile-health e delle applicazioni per la salute. Il fenomeno viene descritto come quell'insieme di quelle tecnologie mobili e l'uso di comunicazione wireless (cellulari e smartphone, tablet, dispositivi digitali, con o senza sensori indossabili), applicate in ambito medico-sanitario o in ambiti correlati alla salute. Il parere mette in evidenza le potenzialità trasformative e le opportunità di queste nuove tecnologie e si sofferma su alcuni aspetti di problematicità etica. “Nel contesto della ‘rivoluzione mobile’ – si legge nel parere -  e delle trasformazioni delle nuove tecnologie della informazione e della comunicazione emerge il fenomeno della “mobile-health‟ Lo sviluppo di tali tecnologie è rapido e in continua crescita, al punto che è difficile offrire un quadro sintetico delle nuove tecnologie disponibili”. Per il Cnb “si tratta di tecnologie che promuovono una forte innovazione e aprono nuove opportunità: tra le quali, la promozione di uno stile salutare di vita negli utenti, la facilitazione della comunicazione medico/paziente, il miglioramento dell’efficienza del sistema sanitario, la velocizzazione della raccolta di dati, l’ampliamento di accesso alle cure, ecc.
 
Ma al tempo stesso emergono alcune problematicità discusse sul piano etico, relativamente alla "sicurezza ed efficacia, alla privacy, al consenso informato, alla dipendenza e vulnerabilità tecnologica, all’autogestione della salute e al divario tecnologico”.

Per queste ragioni il Comitato ha espresso alcune raccomandazioni, con particolare riferimento alla classificazione delle applicazioni in funzione dei rischi, alla promozione di una ricerca interdisciplinare tra informatici, progettisti e medici, insieme ad esperti di etica, scienze cognitive e sociali, nella fase di progettazione, sperimentazione e valutazione delle applicazioni, alla costruzione di un Osservatorio, alla incentivazione delle industrie a produrre app effettivamente utili per la salute dei cittadini e alla identificazione di responsabilità delle compagnie che producono app, nell’ambito dei profili di sicurezza e privacy.
 
Obbligo supervisione del medico per App a scopi medici. No a video visite e riduzione relazione interpersonale. Per le applicazioni a scopi medici (diagnostici, terapeutici, assistenziali) per il Cnb “dovrebbe esserci un obbligo di supervisione del medico (informazione al momento di scaricare la app/condizione per scaricare app)”.  “Anche da parte del medico l‟uso di m-health può presentare molti vantaggi – evidenzia il parere - , consentendo un monitoraggio in tempo reale del paziente anche distante, un miglioramento dell’assistenza in termini quantitativi e qualitativi. Ma al tempo stesso può divenire una modalità di deresponsabilizzazione per il medico, che “passa‟ la responsabilità al paziente, limitando sempre più le visite “faccia-a-faccia‟ con la conseguenza di ridurre la relazione interpersonale (sostituendolo con “video-visite‟), impoverendo o addirittura annullando la relazione con il paziente”.
 
I numeri. Entro 2018 1,7 mld di utenti di applicazioni per la Salute
Una recente ricerca del 2013 rileva che sul mercato sono presenti circa 97.000 app, distribuite su differenti piattaforme; circa il 70% di queste sono relative alla salute e al benessere del consumatore, mentre il 30% è dedicato alla consultazione e monitoraggio del paziente, l‟imaging diagnostico, le informazioni farmaceutiche ecc. Alcune statistiche  fanno prevedere che nel 2016 il numero di pazienti monitorati con tali tecnologie potrà essere di 3 milioni e che entro il 2017 circa 3,4 miliardi di persone nel mondo potranno disporre di smartphone sui quali verranno utilizzate applicazioni per la salute. Si stima che nel 2018 ci saranno 1.7 miliardi di utenti nel mondo.

 
Qui di seguito le problematiche e le raccomandazioni del Cnb:

Le problematiche di natura etica:
1. la sicurezza e la efficacia, con riferimento alla distinzione tra applicazioni che rientrano nei dispositivi medici o che si esclude siano dispositivi medici, nel contesto della sperimentazione e validazione scientifica delle applicazioni; 
2. l'uso dei dati e la privacy, con particolare attenzione nell'ambito della enorme quantità e complessità di dati, all'accesso da parte di terzi (assicuratori, datori di lavoro), alla possibilità della costituzione di “profili” degli utenti in assenza di una adeguata e trasparente informazione; 
3. il consenso informato (in contrapposizione al consenso informatico), con particolare attenzione ai minori; 
4. la vulnerabilità tecnologica, declinata nelle diverse possibili forme di dipendenza tecnologica a livello individuale (il fenomeno del quantified self), sociale, politica ed economica; 
5. l'autogestione della salute nel contesto della trasformazione del rapporto paziente/medico;
6. il divario tecnologico e le problematiche dell'equità di accesso, nel contesto delle differenze di età, di condizione socio-economica-culturale oltre che geografica.
 
Le raccomandazioni del Cnb
1. l’elaborazione di criteri condivisi a livello internazionale per classificare applicazioni per la salute come dispositivi medici, distinguendoli da quelli che non sono dispositivi medici;
2. la promozione di una ricerca interdisciplinare tra informatici, progettisti e medici, insieme ad esperti di etica, scienze cognitive e sociali, nella fase di progettazione, sperimentazione e valutazione delle applicazioni;
3. l’incentivazione delle industrie a produrre app effettivamente utili per la salute dei cittadini;
4. l’identificazione di responsabilità delle compagnie che producono app, nell’ambito dei profili di sicurezza e privacy;
5. l’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio delle app con attinenza alla salute e la costituzione di siti e/o portali accreditati scientificamente;
6. la promozione di un’appropriata informativa e una trasparente comunicazione all’utente al momento dell’utilizzo dell’app, con una specifica attenzione ai minori;
7. l’implementazione della informazione ed educazione dei medici, al fine di consentire l’acquisizione di competenze specifiche nella consapevolezza della rilevanza di conservare e non impoverire il rapporto interpersonale con i pazienti;
8. la promozione di studi sull’impatto dell’uso delle app, in particolare sull’identità personale e relazionale;
9. il monitoraggio ed una adeguata educazione delle categorie particolarmente vulnerabili (minori, anziani, disabili) al fine di garantire la non discriminazione;
10. la promozione sociale di un uso critico delle nuove applicazione per la salute, evitando forme eccessive di salutismo e di medicalizzazione. 

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