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Venerdì 18 FEBBRAIO 2011
Biotestamento: uno spettacolo per spiegarlo. In scena anche Marino ed Englaro  

Andrà in scena lunedì sera 21 febbraio al Teatro Sala Umberto di Roma lo spettacolo teatrale “Le ragioni del cuore: testamento biologico, sentimenti e diritti a confronto". Una rappresentazione che cerca di raccontare il rapporto con la vita, con la sua fine e con la malattia. In scena, eccezionalmente, anche il senatore Ignazio Marino e Beppino Englaro, il padre di Eluana. Ne abbiamo parlato con il regista Corrado Accordino. 

“Un reading poetico letterario” così il regista Corrado Accordino definisce lo spettacolo teatrale che avrà luogo per una sola serata a Roma lunedì 21 febbraio alle 21,00, presso il Teatro Sala Umberto. Un “happening” sul testamento biologico che nello sviluppo narrativo si avvale della recitazione, dei contributi video e della musica. Uno spettacolo multimediale quindi per parlare di diritti individuali, del rapporto con la vita, con la sua fine e anche con la malattia. Tra gli attori, che racconteranno con il linguaggio universale dell’arte il complesso intreccio di emozioni e ragioni legate al testamento biologico, oltre a Simona Marchini anche il senatore Ignazio Marino e Beppino Englaro.
 
 
Come è nata l’idea di un testo teatrale per raccontare questo tema?
Lo spunto me lo ha dato Ettore Martinelli, responsabile del settore “Diritti” del Pd, il quale ne ha parlato con il senatore Marino. Loro mi hanno coinvolto in questo progetto chiedendomi se riuscivo a trovare un modo per raccontare un argomento così delicato e importante, un modo che andasse oltre il dibattito politico, con uno spessore di testimonianza artistica. C’ho lavorato un pò e ho trovato una serie di testimonianze da parte di alcuni attori che artisticamente avevano già affrontato il tema. Il mio intento era raccontare, con voce assolutamente super partes, l’argomento della scelta, dell’autodeterminazione e della responsabilità che una scelta del genere comporta.
 
Lei è anche autore dei testi?
In parte. Alcune cose le ho scritte io, altre le ha scritte Giuliana Musso che è attrice e drammaturga. A questo lavoro ho aggiunto delle testimonianze da alcuni libri che mi hanno offerto lo spunto: “Cartas desde el infierno” di Ramón Sampedro, storia vera che ha ispirato il film “Mare dentro”, poi “Lo scafandro e la farfalla” di Jean Dominique Bauby (anche questo diventato film) e “Vivi” di Fabio Cavallari. Questi due ultimi libri in particolare raccontano due storie vere di due persone colpite dalla sindrome di locked in. Queste testimonianze mi sono servite per narrare una scelta di autodeterminazione diversa ma complementare a quella del testamento biologico.
 
Immagino che anche il cinema sia stato fonte di documentazione e di ispirazione.
Assolutamente si, oltre a “Mare dentro” e allo “Scafandro e la farfalla” che ho già citato, un’altra pellicola che mi ispirato è stata “Million dollar baby” di Clint Eastwood e le “Invasioni barbariche” di Denys Arcand dove però si parla anche di eutanasia, mentre io ho scelto di non parlare di eutanasia preferendo definire l’aspetto culturale della vicenda, focalizzandomi più sulla scelta personale individuale e non tanto sull’azione fisica.
 
Com’è strutturato lo spettacolo?
È un readingpoetico letterario con testi letti da attori-testimonial, che si susseguono sulla scena presentati da me, ma ci sono anche i contributi di immagini video tratte dai film che ho menzionato e infine avremo un video-contributo di Roberto Saviano sul tema.
 
Essendo un reading immagino che l’aspetto musicale sia determinante.
Le parti musicali, per lo più originali oltre a qualche tributo, sono suonate da un trio composto da Sarah Demagistri, cantante, Alberto Turra, chitarrista e Davide Tedesco, contrabassista. Loro accompagnano in maniera molto emotiva le letture, i silenzi in scena e tutti i passaggi da un racconto all’altro.
 
La serata si svilupperà su più livelli narrativi?
Assolutamente, da un lato le testimonianze di attori che usano il linguaggio teatrale delle scene, della rappresentazione; dall’altro il linguaggio delle persone normali, della società civile che dicono quello che pensano sull’argomento. I due linguaggi sono misurati da me senza l’eccessiva retorica dello spazio scenico.
 
Beppino Englaro avrà un ruolo?
Sì, gli ho chiesto di partecipare ma senza dire nulla perchè secondo me si è detto tanto, forse troppo su di lui. ìLa sua testimonianza mi premeva nel silenzio, un silenzio però accompagnato da un canto.
 
Anche il senatore Marino avrà un ruolo allo spettacolo?
Farà qualcosa di insolito per lui: il paziente. Gli ho chiesto di mettersi sul lettino immaginandosi di essere lui a dover fare il suo testamento biologico, quindi con un’ottica completamente diversa. Il suo è un racconto molto emotivo: una lettera alla persona amata in cui dice “io sono qui, non aver paura”. È un uomo che racconta di essere stato sempre libero di scegliere, sin da bambino e adesso che è adulto decide, da adulto, di affrontare la morte come meglio crede.
 
Per maggiori informazioni sullo spettacolo
www.leragionidelcuore.it

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