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Venerdì 26 GIUGNO 2015
Lazio. Autista del 118 ha un infarto mentre guida ambulanza. Ma porta comunque in ospedale la sua paziente. Cgil: “Condizioni di lavoro ormai intollerabili”

Massimiliano Ceci aveva appena preso in carico a Cerveteri un'anziana 91enne con codice rosso. Colto da un malore, è riuscito ugualmente ad arrivare al Pronto soccorso di Civitavcchia dove a sua volta è stato ricoverato dopo un arresto cardiaco. Il sindacato sottolinea: “Se fossero stati in 3 in squadra, invece che in 2, avrebbe avuto qualcuno in grado di soccorrerlo, dato che il collega in vettura aveva già un paziente di cui occuparsi”.

Stava guidando l’ambulanza per trasportare al Pronto soccorso un’anziana signora di 91 anni appena presa in carico a Cerveteri per un problema cerebrale da codice rosso, quando è stato colto dai sintomi di un infarto. Nonostante il malore, è riuscito a guidare fino a Civitavcchia dove a sua volta è stato ricoverato temporaneamente dopo un arresto cardiaco, per poi essere trasferito al Santo Spirito. Massimiliano Ceci, un operatore dell'Ares 118 in servizio da 27 anni, è così salito alla ribalta delle cronache il suo gesto eroico. Decisivo anche il contributo del collega Dario Mastrodonato, che assisteva la donna sulla lettiga.

“Adesso si trova in terapia subintensiva – racconta una nota della Fp Cgil, a cui è legato da anni - Gli facciamo un sentito in bocca a lupo, augurandogli pronta guarigione. Poteva fermarsi, chiedere a sua volta soccorso. Non lo ha fatto e ha voluto completare il suo lavoro nonostante i rischi a cui andava incontro. È un fatto che merita di essere valorizzato dall'Ares 118 e dalla Regione Lazio, e che dovrà essere tenuto a mente quando Massimiliano sarà in grado di tornare a lavorare”.

Il sindacato sottolinea inoltre che “Ceci è soprattutto un servitore dello Stato, che da anni sopporta con tutti i suoi colleghi condizioni di lavoro intollerabili. Se, come diciamo sempre, fossero stati in 3 in squadra, invece che in 2, avrebbe avuto qualcuno in grado di soccorrerlo, dato che il collega in vettura aveva già un paziente di cui occuparsi”.

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