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Martedì 22 FEBBRAIO 2011
Un’alternativa all’aspirina per i pazienti con fibrillazione atriale

Per i pazienti con fibrillazione atriale che non possono assumere warfarin e perciò ripiegano sull'aspirina, apixaban si candida a sostituire quest'ultima. È più efficace nel ridurre il rischio di ictus ed embolia sistemica. Pubblicato uno studio sul New England Journal of Medicine.

In una specifica fascia di pazienti - quelli con fibrillazione atriale non candidabili alla terapia con warfarin e che perciò assumono aspirina - presto quest'ultima potrebbe lasciare il posto a un nuovo farmaco. Sono stati infatti pubblicati nei giorni scorsi sul New England Journal of Medicine i risultati definitivi dello studio Averroes (Apixaban Versus Acetysalicylic Acid to Prevent Strokes). La ricerca, condotta in 36 Paesi, è uno studio randomizzato, in doppio cieco, che ha confrontato l’efficacia dell’acido acetilsalicilico a quella di apaxiban in dose da 5 mg due volte al giorno.
Il nuovo farmaco, un inibitore orale altamente selettivo e reversibile del Fattore X attivato, ha dimostrato una maggiore capacità i ridurre il rischio di ictus ed embolia sistemica. In particolare, la riduzione del rischio relativo è stata del 55 per cento, con tassi annuali di evento dell’1,6 per cento per apixaban e del 3,7 per cento per l'aspirina. Apaxiban ha dimostrato inoltre di ridurre l’insieme di ictus, embolia sistemica, infarto miocardico o morte vascolare: in questo caso la riduzione del rischio relativo è stata del 34 per cento, con tassi annuali di evento del 4,2 per cento per apixaban e 6,4 per cento per aspirina.
Significativa anche la riduzione dei casi di ospedalizzazione per eventi cardiovascolari (12,6% VS 15,9% di aspirina).
Nessuna differenza di rilievo, invece, per quanto riguarda gli effetti collaterali.
“Il rischio che pazienti con fibrillazione atriale vadano incontro a ictus o embolia sistemica rappresenta un motivo di grande preoccupazione, soprattutto perché gli ictus correlati a fibrillazione atriale possono essere molto devastanti”, ha commentato Stuart Connolly professore di Medicina presso la McMaster University di Hamilton, Canada, e coordinatore dello studio. "I risultati dello studio Averroes sono molto incoraggianti, perché dimostrano che apixaban è più efficace dell'aspirina, senza che questo comporti un significativo aumento del rischio di sanguinamento maggiore. Alla luce del rilevante numero di pazienti che non possono essere candidati al trattamento con antagonisti della vitamina K, è molto importante poter disporre di nuove opzioni di trattamento che siano sicure ed efficaci”, ha concluso. 

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