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Mercoledì 23 FEBBRAIO 2011
Allarme pediatri Usa: "Dilaga autolesionismo su Youtube. Lo pratica tra il 14 e il 21% dei ragazzi"

I video in cui i ragazzi si infliggono lesioni spopolano sul sito di video-sharing e spesso sono visibili anche dai minori. Uno studio su Pediatrics avverte: così si rischia di “normalizzare” la pratica e renderla ancora più diffusa di quello che è.

C’è una tendenza che sta spopolando sul web e preoccupa non poco i pediatri: Youtube, il diffusissimo sito di condivisione di video, sta diventando un diario visivo delle peggiori pratiche diffuse tra i ragazzi e tra i video più “postati” e più visti figurano quelli in cui i più giovani (il più delle volte adolescenti) si infliggono lesioni, soprattutto tagli.L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi sulla rivista dell'Associazione dei pediatri americani "Pediatrics". Da uno studio che ha passato in rassegna il sito di video-sharing è emerso che i video che riportano episodi di autolesionismo (o tesi a favore della pratica), non soltanto sono molto numerosi, ma, con circa 2 milioni e mezzo di visualizzazioni, sono anche tra i più visti e apprezzati (il giudizio espresso dagli utenti è superiore a 4 su una scala di 5).
Nella stragrande maggioranza dei casi (95%) a inviare i video sono ragazze con un’età media dichiarata di 25 anni. In realtà sembrano molto più giovani ed è una pratica comune per i ragazzi registrarsi al sito mentendo sull’età per poter accedere ai contenuti per adulti. Tuttavia, in 4 casi su 5 non è necessario essere adulti per visualizzare questi video: non contengono infatti alcuna restrizione.
Gli episodi di autolesionismo compaiono in quasi i due terzi dei video, nella metà dei casi si tratta di riproduzioni grafiche ma nei rimanenti casi è un ragazzo in carne e ossa a infliggersi le lesioni.
A preoccupare i ricercatori dell’University of Guelph in Canada che hanno condotto la ricerca, è che la diffusione dei video porti a ragazzi a considerare normale la pratica e a imitarla.
“Questi video con contenuti autolesionistici su Youtube possono incoraggiare la normalizzazione di queste pratiche e rinforzare il comportamento attraverso la loro visualizzazione regolare”, hanno affermato i ricercatori.
Al di là della riproposizione sul web, secondo il team la pratica è molto diffusa: tocca una percentuale oscillante tra il 14 e il 21 per cento di bambini, ragazzi e giovani adulti ed è sintomo di difficoltà interpersonali e di probabili disturbi psichiatrici. In alcuni casi questi comportamenti possono essere un campanello di allarme che precede il tentativo di suicidio.
Il timore è che ora, grazie a Youtube, i numeri possano crescere ulteriormente.  

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