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Venerdì 07 AGOSTO 2015
Bolzano. Schael (Asaa): “Le cure oncologiche restano una priorità assoluta”

Inizio della programmazione per il 2016 anche nel Comprensorio sanitario di Bressanone. L’obiettivo è ridurre i costi. Il direttore generale dell’Azienda sanitaria Alto Adige precisa: "Ogni paziente oncologico continuerà ad avere le cure cliniche di cui necessita. In alcuni casi è possibile avere la stessa efficacia con farmaci meno costosi”.

“Le cure oncologiche restano una priorità assoluta”. Lo ha garantito il Direttore generale dell’Azienda sanitaria Alto Adige, Thomas Schael, incontrando i vertici del Comprensorio sanitario di Bressanone nell’ambito dei colloqui per la verifica dei dati riguardanti il bilancio 2015 che, in assenza di correttivi, porteranno a un deficit di 5 milioni, secondo le stime.

L'incontro, come riferisce una nota, ha quindi offerto al Direttore generale l'occasione di ribadire l'importanza di tenere sotto controllo la spesa per i beni sanitari ed i farmaci, ma anche di rassicurare sui servizi. "Pur avendo pianificato un aumento notevole, pari a circa il 10 per cento della spesa relativa sia ai beni sanitari che ai medicinali, i fondi stanziati non sono sufficienti." Ma l'Azienda non intende risparmiare sul lato assistenziale: "Ogni paziente oncologico continuerà ad avere le cure cliniche di cui necessita", ha spiegato Thomas Schael: "Si tratta di analizzare i costi in forte aumento dal punto di vista dell'appropriatezza e dell'efficacia clinica. In alcuni casi è possibile avere la stessa efficacia con farmaci meno costosi. A volte i benefici clinici potrebbero essere ancora da dimostrare. La mia intenzione è quella di richiamare i professionisti clinici a prestare maggiore attenzione nella scelta di presidi sanitari e farmaci adeguati ed efficaci”.

Con soddisfazione il Direttore generale Thomas Schael ha preso atto di come “l'integrazione tra ospedale e territorio sia già molto bene implementata all'interno del Comprensorio sanitario di Bressanone”. L'obiettivo per il 2016 è ora quello di dare vita ad un “concetto comune” che sia in grado di “garantire degli standard assistenziali che siano identici per tutta la popolazione dell'Alto Adige”.

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