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Sabato 08 AGOSTO 2015
Molise. Fond. Giovanni Paolo: “Taglio posti letto sarebbe insostenibile. A rischio l’assistenza”

“Nel 2011 già subito una riduzione di 60 posti letto, cosa che non è avvenuta per altre realtà ospedaliere”, denuncia la Fondazione che attacca. “Bisognerebbe premiare la qualità e l’eccellenza e ridurre strutture che, anche in riferimento ai parametri nazionali, non hanno i requisiti necessari per poter operare”.

No della Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II  all’ipotesi di taglio letto alla struttura. “Nel piano, che sembra sia stato presentato dalla gestione commissariale della Regione al Ministero della Salute, la nostra struttura subirebbe una riduzione di circa la metà degli attuali posti letto. Auspichiamo che non siano queste le vere intenzioni della Regione, che ha sempre manifestato grande apprezzamento per la nostra attività”, afferma la Fondazione in una nota in cui denuncia che “la Fondazione nel 2011 ha già subito una riduzione di 60 posti letto, cosa che non è avvenuta per altre realtà ospedaliere”.

“Non vogliamo entrare nel merito di scelte politiche che non ci competono, ma appare evidente che bisognerebbe premiare la qualità e l’eccellenza e ridurre strutture che, anche in riferimento ai parametri nazionali, non hanno i requisiti necessari per poter operare”, attacca la Fondazione evidenziando ancora che “circa la metà dei nostri pazienti non sono molisani e quindi sono a carico delle regioni di provenienza e che la maggior parte dei servizi offerti non vengono erogati da altri ospedali del territorio”.

Per la Fondazione “appare evidente che se davvero ci dovesse essere una riduzione di 60 posti letto, quasi la metà degli attuali, la Fondazione non riuscirebbe a raggiungere l’equilibrio economico necessario per poter sopravvivere con drammatiche conseguenze”.

La Fondazione auspica quindi che “la Regione Molise sia consapevole del ruolo che abbiamo all’interno del Sistema Sanitario Regionale e che farà di tutto per metterci in condizione di poter continuare ad operare, magari nell’ottica di una integrazione”.
 

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