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Giovedì 27 AGOSTO 2015
Sardegna. Riforma rete ospedaliera, Arru incontra i sindaci: “Obiettivo è salute in ogni parte dell’Isola”

Al centro della Riforma, puntualizza la nota della Regione, “non ci sono quindi né i posti letto né le distinzioni fra territori, bensì un sistema integrato che permetta ai sardi di avere la garanzia di un trattamento di emergenza-urgenza forte ovunque si trovino, di poter usufruire tutti, in egual modo, di cure altamente specializzate”.

“Il verbo giusto non è tagliare. É migliorare. Vogliamo riorganizzare e riqualificare il sistema in modo da garantire lo stesso diritto alla salute a tutti i cittadini sardi, anche nei territori disagiati come il Madrolisai”. Ad affermarlo è stato ieri l’assessore della Sanità della Sardegna, Luigi Arru, incontrando i sindaci dei Comuni che ricadono nel distretto sanitario di Sorgono, riuniti su invito dell’assessore in uno dei numerosi incontri organizzati per rispondere ai dubbi e ai timori delle popolazioni locali in merito al piano di Riforma della rete ospedaliera.

Un piano “aperto al dibattito pubblico”, ha sottolineato l’assessore, ma che “non può essere snaturato nella sua essenza, che è quella di elevare la qualità delle prestazioni sanitarie in un sistema di rete integrato caratterizzato dalla collaborazione e dalla condivisione”. Un metodo – come spiega la nota della Regione – “basato, prima di tutto, sulla sicurezza delle cure per i cittadini e sulla volontà di assicurare a tutti, in eguale misura, risposte appropriate e tempestive”. L’obiettivo della Riforma  è quello di “ritornare a un uso appropriato dell’ospedale per acuti – ha detto Arru – e programmare correttamente le strutture alternative all’ospedale, cosa che finora non era stata fatta”.

Al centro della Riforma, sottolinea la nota, “non ci sono né i posti letto né le distinzioni fra territori, bensì un sistema integrato che permetta ai sardi di avere la garanzia di un trattamento di emergenza-urgenza forte ovunque si trovino, di poter usufruire tutti, in egual modo, di cure altamente specializzate e di fare sì che i posti letto per acuti siano utilizzati correttamente, dando spazio alle strutture alternative, previste per legge e mai attivate in Sardegna”.

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