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Mercoledì 07 OTTOBRE 2015
La mobilitazione dei medici: una vera discesa in campo per la riforma della sanità

L’iniziativa della Fnomceo si carica di significati politici generali  andando ben oltre le proprie  fondate ragioni professionali ed è l’unica  forma di lotta sul campo, l’unica protesta organizzata e l’unico pensiero alternativo alle politiche del governo. Per questo “io sto con la Fnomceo”

La Fnomceo ha indetto per il 31 ottobre gli stati generali della professione e per novembre  una grande manifestazione pubblica. Una decisione non importante ma di più  che va sostenuta e condivisa   senza se e senza ma.
 
Il suo  obiettivo  è duplice:
· mettere fine alle politiche  di  snaturamento  della professione;
· fare della professione il valore con il quale contrastare la deriva contro riformatrice  che sta devastando da anni la sanità pubblica e proporre un pensiero di riforma.
 
Nel panorama  dove ai malati si tolgono diritti fondamentali ma nessuno  va in piazza, dove le Regioni si permettono di stravolgere l’impianto di un sistema  pubblico sulla testa di tutti, dove le confederazioni dimenticano che il diritto alla salute è almeno importante quanto  quello al lavoro, dove il ministero della Salute non ne fa una giusta, dove i savant  regionali  vedono i medici come dei nemici e  propongono   la medicina amministrata  ...ma soprattutto  dove il definanziamento progressivo   sottomette tutto e tutti facendo strage di giustizia sociale, di  meriti scientifici, di valori morali, di impegni professionali...  in questo panorama dicevo...l’iniziativa della Fnomceo si carica  di significati politici generali  andando ben oltre le proprie  fondate ragioni professionali.  
 
E’ l’unica  forma di lotta sul campo. E’ l’unica protesta organizzata. E’ l’unico pensiero alternativo alle politiche del governo. Si tratta quindi di trovare un equilibrio tra difesa  degli interessi e difesa dei diritti non solo dando ad entrambi pari dignità ma costruendo i loro complessi rapporti di complementarietà. Oggi  la rivendicazione che difende   è obbligata per tante ragioni a  costruire per l’appunto   le condizioni per il suo soddisfacimento.
 
Questo nesso è molto chiaro  nelle prese di posizione della Fnomceo e dei sindacati e questo non era per niente scontato .E’ il risultato faticoso di una discussione e di una presa di coscienza. La rivendicazione che oggi leggo nei documenti dei medici  è uscita dalla autoreferenzialità dell’interesse. Oggi  la Fnomceo mostra di sapere che  non basta più  rivendicare per rivendicare nel senso che tanto i diritti che gli interessi  non sono più imperativi categorici  dipendendo entrambi  da come si costruiscono nei contesti politici di riferimento  le condizioni  materiali per esigerli.
 
Riccardo Cassi  ha riassunto bene questa discontinuità  “La mobilitazione della professione non sarà la solita iniziativa vintage di sola protesta” per cui ha aggiunto “ saranno presentate proposte concrete per una riforma di tutta la sanità....” (QS 18 settembre 2015). Quindi la  vera novità politica  che vedo è una  Fnomceo che  mette sul tavolo  la questione del cambiamento.
 
Per  chi come me  al cambiamento in sanità ha dedicato interamente il suo lavoro intellettuale, non è una questione di poco conto e non è neanche  semplice  ma non tanto perché è difficile   formulare  delle soluzioni , ma perché bisogna battere  chi fino ad ora non è mai stato battuto e cioè il “riformista che non c’è” campione indiscusso di invarianza.
 
La difficoltà più grande  è uscire noi per primi da questa condizione e quindi ridiscuterci  e usare  l’autocambiamento  quale unica vera  fionda  in grado di  battere il gigante dell’ invarianza  e del  pensiero debole. Solo questo ci renderà credibili nei confronti dell’opinione pubblica  e della politica. Con tutti i problemi che abbiamo  e dei quali in parte siamo responsabili e in parte  no, non  possiamo illuderci di poter cambiare gli altri senza  cambiare noi stessi. Questa sarebbe una pretesa che potrebbe costarci caro come tre anni fa perché vorrebbe dire che il mondo  è imperfetto  che i medici  “come sono” sono perfetti  e che semplicemente il primo si deve adattare al secondo.
 
Del resto, giusto per fare un esempio, se davvero,  si  vuole  cambiare l’azienda o la governance, allora si deve  cambiare il soggetto che governa  e per cambiare questo soggetto non si tratta di limitare i poteri del direttore generale  ma di ammettere  il medico  shareholder? Ma un medico per essere shareholder non può essere compitiere e neanche un free rider e nemmeno  un opportunista  cioè  quello che fa la medicina difensiva . E se il medico non sarà shareholder il direttore generale sarà sempre  il capo indiscusso di tutto   e non cambierà niente
 
Se il cambiamento  in realtà vuol dire  “cambiamento” contro “cambiamento” allora si tratta di:
· ricostruire il ruolo del medico che sino ad ora è stato massacrato  in tutte le maniere ..dopo di ché si potrà discutere dei modi come questo ruolo sta in rapporto alle altre professioni, dentro delle rinnovate organizzazioni del lavoro, assistito da nuove epistemologie, quindi  ripensato con un altro genere di formazione ecc .Cioè prima del “modo di essere” viene comunque “l’essere”. Quale medico? Chi è? Cosa fa?
· Nel ruolo deve far parte  integrante la sua funzione di governance  il che vuol dire che non c’è ruolo senza un metodo di concertazione che lo inveri ..che me ne faccio di un medico shareholder  se poi non conta niente ed è escluso dalle decisioni?
· Ruolo e concertazione  devono essere funzioni  non tanto  di un ricostruito potere professionale o di una centralità recuperata  ma come ho già scritto (QS 21/23/28 Settembre 2015) devono essere funzioni di un progetto  quindi di una nuova idea di sostenibilità che proponga il lavoro   come il capitale sul quale far leva per cambiare il sistema  e liberarlo dagli sprechi, dagli abusi e dalle diseconomie.
· Ruolo concertazione e nuova sostenibilità devono  essere le basi per una nuova stagione contrattuale ..i contratti servono  a fare salario ma il salario soprattutto se funzione dei risultati di salute serve ad attuare il cambiamento e il progetto ..un valore va retribuito con un valore.
 
Il tempo della polemica è finito, la discussione ora deve quagliare la piattaforma politica, è  il momento   di  mettere in campo le nostre ragioni, i nostri diritti e i nostri doveri, le nostre proposte. ..ma anche i nostri sogni  e i nostri ideali. Forza...siamo sulla strada giusta... io sto con la Fnomceo.
 
Ivan Cavicchi

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