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Giovedì 08 OTTOBRE 2015
Le Regioni e la stabilità. Zaia: “Saranno solo lacrime e sangue”. Toti: “Siamo arrivati al limite della sussistenza”

A summit ancora in corso il presidente del Veneto dice la sua sulle ricadute per le Regioni dei provvedimenti allo studio del Governo. “Finora hanno tagliato il 36% alle regioni e solo il 12 ai ministeri”. Durissimo anche il governatore della Liguria: “Governo deve spiegare se le Regioni sono degli enti che possono continuare a esistere, con una funzione politica al servizio dei cittadini, oppure se li ritiene enti da rottamare”. 

“Quella che il Governo sta mettendo a punto è una manovra lacrime e sangue per le Regioni. Questo esecutivo ha già tagliato il 36% alle regioni, mentre ha tagliato solo del 12% quelle dei ministeri. La filosofia è sempre e solo di tagliare, mentre basterebbe applicare il decreto legislativo delnovembre 2011 su costi e fabbisogni standard per ottenere risparmi pari a 30 miliardi". Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, durante una pausa della riunione straordinaria delle regioni in vista della Legge di stabilità”. 
La manovra “non è quindi interpretata positivamente dalle Regioni - ha aggiunto - Anche perché nuovi tagli sarebbero sostenibili soltanto aumentando le imposte a livello locale e per me questo è inaccettabile”.
 
Durissimo anche Giovanni Toti, Presidente della Liguria. “Il Governo sembra intenzionato a tagliare ancora sia su spesa corrente che su sanità. C’è quindi grande preoccupazione da parte di tutti i governatori in maniera trasversale, sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Occorre capire come intende muoversi l’esecutivo rispetto alle Regioni perché, di questo passo, garantire i servizi ai cittadini è molto difficile”.
Un chiarimento complessivo diventa quindi indispensabile, “il Governo deve spiegare se le Regioni sono degli enti che possono continuare a esistere, con una funzione politica al servizio dei cittadini, oppure se li ritiene enti da rottamare come successo con le Province. Non possono essere strangolati, anche perché oggi siamo ai limiti della sussistenza. Oltre questi tagli - ha concluso - non possiamo più garantire la funzione per la quale le Regioni esistono”.

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