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Giovedì 06 MAGGIO 2010
Italia in ritardo su applicazione dell’Health Technology Assessment

L’Italia è in ritardo sulla diffusione dell’approccio di valutazione di Health Technology Assessment (HTA) che in altri Paesi è già in uso in modo organico, per esempio in Gran Bretagna dal 1999. L’Italia è partita in ritardo nell’applicazione dell’HTA, sia per i device (le apparecchiature mediche), sia per i farmaci. La denuncia arriva dagli esperti in organizzazione aziendale riuniti oggi a Roma per la V Conferenza Europea dell’Ospedale organizzata dal Centro Nazionale per l'Edilizia e la Tecnica Ospedaliera (CNETO) e dall’Università Cattolica di Roma.

“Anche se oggi siamo di fronte a un rapido sviluppo di questo approccio di valutazione costo/efficacia di ogni nuovo strumento o trattamento da introdurre nella cura dei pazienti, siamo ancora carenti sul fronte della creazione di competenze, formate ad hoc per l’utilizzo dell’HTA”, afferma Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica, secondo il quale oggi i report relativi all’utilizzo dell’approccio HTA da parte di agenzie pubbliche italiane “si contano sulle dita delle mani, non saranno più di dieci”.

In realtà alcune Regioni (come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte) si stanno già muovendo. Tuttavia questo, ad etta degli esperti, non rappresenta il giusto approccio all’HTA. “L’esperienza internazionale –sottolinea Cicchetti - ci dice che questo tipo di approccio alla valutazione sia meglio utilizzato quando regolamentato a livello centrale, cioè da parte dello Stato”.

Per dare maggiore impulso all’utilizzo dell’HTA gli esperti sottolineano inoltre la necesità di instaurare un rapporto tra queste competenze e gli stakeholders, così come di prevede la partecipazione dei cittadini - ad esempio attraverso dei focus group –nel processo decisionale di valutazione HTA”.


 

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