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Giovedì 22 OTTOBRE 2015
Lombardia. Don Gnocchi, Cgil, Cisl e Uil: “I lavoratori hanno fatto la loro parte. Ora vogliamo soluzioni”

Dopo la disdetta del contratto collettivo da parte della Fondazione, le organizzazioni sindacali hanno deciso di disdettare a loro volta l’accordo regionale anticrisi firmato nel 2013. “Se non ci crede più Fondazione, non possiamo permettere di approfittare ulteriormente del senso di responsabilità sin qui dimostrato dai lavoratori”.

“È in atto un tentativo di trasferire sui lavoratori le responsabilità gestionali che hanno prodotto i deficit di bilancio”. Per questo la Cgil Fp, la Cisl Fp e Uil Fpl hanno deciso ieri, nel corso della giornata di protesta contro la disdetta del contratto di lavoro da parte della Fondazione, di disdettare a loro volta l’accordo regionale firmato l’11 novembre 2013 “convinti che se non ci crede più Fondazione, non si possa approfittare ulteriormente del senso di responsabilità sin qui dimostrato dai lavoratori”.

A riferirlo è una nota dei sindacati, dopo la conferma da parte della Fondazione Don Gnocchi della disdetta del contratto che riguarda 5.500 lavoratori. “Lavoratori che a seguito dell’accordo dell’11 novembre 2013 da due anni stanno prestando orario aggiuntivo non retribuito e rinunciando a due giornate di ferie annue, convinti di voler contribuire al rilancio della struttura ed al salvataggio della Fondazione”. Ma, secondo i sindacati, la Fondazione Don Gnocchi “ha dimostrato di non saper capitalizzare al meglio le risorse che gli sono state messe a disposizione dalle OO.SS e dai lavoratori e pensa male a voler procedere unilateralmente su posizioni di rottura, dove troverà una decisa presa di posizione di Cgil Cisl e Uil categoriali”.

Per i sindacati “l’azione gravissima messa in atto da Fondazione rischia adesso di far precipitare nella crisi totale una realtà del sistema sociosanitario lombardo fatto di valori sociali, umani e religiosi”.

Per i sindacati “serve recuperare il senso di responsabilità smarrito nelle ultime settimane dalla direzione per trovare le risposte giuste ai problemi complessi che devono essere affrontati. Fino ad allora – avvertono - la nostra mobilitazione continua”.

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