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Sabato 24 OTTOBRE 2015
Stabilità. L’apertura di Rossi (Toscana): “Finalmente politiche espansive. Sulla sanità 1 miliardo è poco ma pronti a una spending review che non intacchi né qualità né quantità dei servizi”

Il fronte del no regionale alla stabilità sembra perdere un pezzo importante. Il Presidente Rossi, che molti danno per successore di Chiamparino (ma lui smentisce), riconosce i meriti della manovra. “Ma per la sanità vogliamo entrare nel merito delle misure”.

"Siamo finalmente di fronte a una legge di stabilità che prevede politiche espansive, e già questo è un segnale positivo dopo gli anni della recessione. Ci sono poi aspetti che non mi convincono ma su questo siamo pronti alla discussione e al dialogo per superare i punti di divergenza".
 
Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in una conferenza stampa a Firenze dopo la Conferenza delle Regioni che ha visto l’annuncio delle dimissioni di Sergio Chiamparino da leader delle Regioni.
 
Per Rossi la proposta del governo indica un cambiamento di rotta: "E' una finanziaria che scommette sulla ripresa del Paese e su un aumento dei consumi interni". Rossi valuta positivamente i provvedimenti per il mondo produttivo" e cita tra questi l'aver tolto l'Imu alle imprese agricole, l'intervento sugli esodati, gli sgravi fiscali per le partite Iva (tra queste - ha detto – ci sono tanti giovani"). 
 
Sul rapporto Stato-Regioniper Rossi, la strada maestra non è “quella di stracciarsi le vesti” o di "dare le dimissioni" (con chiaro riferimento all'iniziativa del presidente della Conferenza Chiamparino) ma di avviare una fase di discussione. 
 
"Innanzitutto - ha spiegato Rossi - sui 2,2 miliardi di taglio nei trasferimenti che si prospettavano per il 2016 su politiche sociali, trasporti, istruzione e politiche sanitarie la proposta di Finanziaria permette un recupero di 1,3 miliardi. Noi chiediamo di discutere per poter recuperare gli altri 900 milioni che ancora mancano. Ci sono già delle ipotesi tecniche su cui ci stiamo confrontando. Se ci riusciamo il risultato sarà certamente positivo. Si profila poi un aspetto significativo sul fronte investimenti. Pare che ci sia la possibilità di un incremento di fondi che per una regione come la nostra ammonterebbero a 40-50 milioni; fondi che si assommerebbero ai 100 che avevamo preventivato; si tratterebbe di una vera boccata d'ossigeno".
 
C'è poi il capitolo più capitolo sanità, quello più critico: "Il miliardo in più che troviamo in legge nel fondo sanitario è appena sufficiente, ed è molto meno di quanto servirebbe. Questa è la parte che ci preoccupa di più. Il governo pensa di recuperare almeno una parte di ciò che manca con la spending review. Per noi, se è una spending review che non intacca né la qualità nel quantità dei servizi, se ne può anche discutere. Ma vogliamo entrare nel merito". In ogni caso Rossi ha escluso per la Toscana il ricorso a ticket: gli aumenti di tasse e ticket possono interessare le regioni in deficit. Non è il caso della Toscana".
 
Sempre in ambito sanitario il presidente ha inoltre sottolineato di voler insistere con forza nella sua battaglia per un intervento più massiccio sul problema dei farmaci contro l'epatite C. "Sono convinto – ha detto - che si può trovare un meccanismo con cui curare i cittadini ammalati, riducendo le sofferenze la malattia e addirittura risparmiando". 
 
Infine, riferendosi ancora alla possibilità di migliorare la legge di stabilità il presidente ha chiesto che vi sia un deciso rafforzamento delle misure per la lotta alla povertà.
 
"Prendo atto che ci sono 600 milioni in questo capitolo che in passato  non c'erano. Ma non basta. Mi associo alla proposta di "Alleanza contro la povertà" per introdurre un reddito di inclusione sociale rivolto a quelle persone e a quelle famiglie che versano in condizioni di povertà assoluta. Servono più soldi, intorno al 1.500 milioni, ma forse si riuscirebbe a trovarli magari facendo pagare un po' più di Imu ai benestanti". Sarebbe, ha concluso Rossi, un fatto significativo di giustizia sociale e forse produrrebbe anche un aumento dei consumi. Andrebbe cioè, proprio nella direzione su cui è impostata l'intera proposta.

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