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Venerdì 18 MARZO 2011
Un adolescente ogni 5 ha carenza di ferro

L’incidenza è maggiore tra le ragazze: il 21% contro il 13% dei ragazzi. Lo rileva uno studio dell’Inran (Istituto di ricerca per la nutrizione) pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition.

Il 18% degli adolescenti presenta una riduzione delle riserve di ferro, con una prevalenza significativamente più elevata tra le ragazze con il 21%, rispetto ai ragazzi con il 13%.  Per quanto riguarda l’Italia, in particolare la città di Roma, bassi depositi di ferro sono stati osservati nel 21% delle ragazze e nel 17% dei ragazzi, mentre la carenza conclamata di ferro è risultata più elevata tra le ragazze con il 4% rispetto al 2% dei ragazzi e la comparsa di anemia conseguente alla carenza di ferro è risultata presente solo nel 2% delle ragazze e in nessun ragazzo.
Sono questi i principali risultati dello studio sulla valutazione della carenza  in ferro negli adolescenti europei condotto dall’Inran (l’ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione) nell’ambito del progetto europeo Helena (VI programma quadro UE) e in collaborazione con gli altri partner.
Lo studio, pubblicato su European Journal of Clinical Nutrition, si basa su un campione di 940 ragazzi, 438 maschi e 502 femmine, tra 12 e 17 anni, provenienti da 10 città europee (tra cui Roma) ed evidenzia come la prevalenza di carenza di ferro tra gli adolescenti sia un fenomeno trasversale nei diversi paesi europei.
 “Il metodo prescelto per valutare lo status del ferro è particolarmente affidabile”, afferma Marika Ferrari, ricercatrice Inran spiegando che “è stato misurato attraverso il dosaggio della ferritina nel siero, che riflette i depositi di ferro disponibili nel nostro organismo per fronteggiare eventuali periodi di scarso apporto di ferro dalla dieta. Quando queste riserve tendono ad esaurirsi, vuol dire che l’organismo rischia una reale carenza di ferro, con conseguente alterazione delle sue funzioni e comparsa dell’anemia".
"Particolare attenzione, dunque – conclude Catherine Leclercq, coordinatore Inran del progetto Helena - va posta all’alimentazione delle ragazze adolescenti, gruppo a maggior rischio di carenza. L’apporto di ferro nella loro dieta quotidiana dovrebbe essere adeguato ai loro fabbisogni, dovuti alla crescita e alle perdite mestruali. Il ferro è presente in tanti alimenti: nei cereali – specie se integrali - , nelle verdure a foglie, nella carne, nel pesce,  nei legumi e nella frutta secca oleosa. Il ferro della carne e del pesce è più facile da assorbire,  ma non per questo è indispensabile consumare questi alimenti.  Piccoli accorgimenti permettono di migliorare l’assorbimento del ferro presente negli alimenti di origine vegetale. Poiché la vitamina C trasforma il ferro in una forma più disponibile,  la spruzzata di limone sulle verdure e l’arancia consumata come tale o come spremuta sono un valido aiuto”, consiglia la ricercatrice concludendo che “l’importante è limitare al massimo le calorie vuote nella dieta e cioè gli alimenti che contengono grassi e/o zuccheri, ma non apportano micronutrienti: bibite alcoliche ed analcoliche, dolci, caramelle, etc.".
 

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