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Mercoledì 18 NOVEMBRE 2015
Antibiotico resistenza. Altroconsumo a fast food: “Ridurre utilizzo carni da allevamenti che abusano di antibiotici”

Altroconsumo aderisce alla campagna di Consumers International e chiede a Autogrill, Burger King, McDonald’s e KFC di impegnarsi nella selezioni delle carni (avicole e non). Nella lettera si invate queste catene di ristorazione a definire un piano d'azione per eliminare gradualmente le forniture di carni da allevamenti che utilizzano in maniera massiva antibiotici. Le aziende hanno tempo fino al 23 dicembre per rispondere e sottoscrivere gli impegni richiesti. 

Altroconsumo aderisce alla campagna di Consumers International e chiede a Autogrill, Burger King, McDonald’s e KFC l’impegno a non servire carne (avicola e non) proveniente da allevamenti che utilizzano sistematicamente antibiotici. Luisa Crisigiovanni, segretario generale di Altroconsumo, ha proposto con una lettera inviata dall'organizzazione alle catene di ristorazione, di cambiare le proprie politiche nazionali e internazionali e invitandole a definire un piano d'azione per eliminare gradualmente le forniture di carni da allevamenti che utilizzano in maniera massiva antibiotici.
 
Le aziende hanno tempo fino al 23 dicembre per rispondere e sottoscrivere gli impegni richiesti.
 
L’antibiotico resistenza è in aumento e ha raggiunto livelli pericolosamente alti in tutte le parti del mondo. Senza un'azione urgente ci dirigeremo verso un'era post-antibiotica nella quale comuni infezioni o piccole ferite diventeranno un problema serio per i consumatori.
Circa la metà degli antibiotici prodotti a livello globale sono utilizzati in agricoltura, il loro uso aumenterà di due terzi entro il 2030: da 63.200 tonnellate nel 2010, a 105.600 tonnellate nel 2030. 
 
“Anche l’ultima inchiesta di Altroconsumo parla chiaro – dichiara Franca Braga, responsabile settore salute e alimentazione dell’organizzazione – nell’84% dei 45 campioni di carne di pollo acquistata erano presenti batteri resistenti agli antibiotici. Un pericolo non immediato, ma un segnale del serio problema che dobbiamo affrontare per non arrivare impreparati al giorno in cui farmaci fondamentali, come gli antibiotici, non funzioneranno più”. 

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