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Lunedì 30 NOVEMBRE 2015
Piani locali unici di assistenza. Erriu e Arru aprono il confronto sul nuovo modello

La sfida è promuovere l’integrazione tra attori e servizi socio sanitari, “iniziando col metterla tra gli obiettivi dei direttori generali delle Asl”, ha spiegato l’assessore alla Salute. "Siamo consapevoli che qualsiasi modifica richiede tempo. Serve un nuovo patto sociale”, ha detto l’assessore degli Enti Locali.

Oltre duecento persone hanno partecipato oggi, a Ghilarza, all'incontro regionale sulla programmazione dei Plus, i Piani locali unici di assistenza alle persone. Ad aprire il confronto sono stati gli assessori degli Enti locali e della Sanità, Cristiano Erriu e Luigi Arru. Presenti anche il presidente dell'Anci, Piersandro Scano, amministratori comunali e assistenti sociali.

L'assessore Erriu ha ricordato che i distretti sanitari sono impostati su ambiti di programmazione “vecchi”. "Abbiamo una multi governance su questi ambiti - ha detto - che ha creato e crea confusione, rendendo il sistema difficilmente gestibile". Per Erriu occorre quindi mettervi mano: "Siamo consapevoli che qualsiasi modifica richiede tempo. Serve un nuovo patto sociale, che si può declinare con una cabina di regia e laboratori territoriali per guidare il processo. Ci vuole integrazione tra attori e tra servizi socio sanitari, con un maggiore protagonismo dei sindaci e il riconoscimento del ruolo delle amministrazioni comunali. Anche per questo, la riforma degli enti locali può consegnarci una Sardegna più giusta e più coesa", ha detto l’assessore degli Enti Locali.

L'assessore Arru ha sollevato la questione delle ricadute in termini di servizi, rispetto alle tante risorse che si spendono per il welfare. "Cominciamo a valutare gli esiti anche nel sociale, fermandoci a guardare come sono state usate le risorse e quale è la soddisfazione dei bisogni delle persone. Ragioniamo su come fare vera integrazione socio sanitaria, iniziando col metterla tra gli obiettivi dei direttori generali delle ASL. Proviamo - ha detto ancora - a dare risposte differenti per domande diseguali. E facciamolo insieme, perché non funziona il comando calato dall'alto, ma la condivisione dei percorsi, anche con incontri periodici con gli operatori del sociale".

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