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Giovedì 03 DICEMBRE 2015
Puglia. Turni di lavoro, Gorgoni (Dipartimento Salute): "Dal Mef 51 mln per 530 nuovi medici"

Gorgoni lo ha riferito stamani durante una audizione in III commissione del Consiglio regionale. Per Gorgoni di nuovi medici ne servirebbero però 900. I consiglieri Pentastellati sono scettici: “Il Mef è inaffidabile. Servono altre soluzioni, anzitutto l’adozione dei costi standard”.

“Non è affatto scontato il prestito ministeriale di 51 milioni a cui ha fatto riferimento Gorgoni che ci aiuterebbe a superare la crisi derivante dall’attuazione della direttiva UE sui nuovi orari di lavoro”. Così i consiglieri M5S membri della III Commissione Mario Conca e Marco Galante in replica alle affermazioni rilasciate questa mattina nel corso delle audizioni in Commissione sanità dal capo del Dipartimento promozione della salute della Regione Puglia Giovanni Gorgoni, secondo il quale servirebbero 900 nuovi medici per affrontare la crisi derivante dall’attuazione della direttiva UE sui nuovi turni di lavoro, 530 dei quali sarebbero assicurati dai 51 milioni derivanti da un’ulteriore deroga del MEF.
 
“Bisognerebbe considerare  - affermano i pentastellati in una nota - che il MEF ha già negato alla Regione Puglia il prestito di 84 milioni che sarebbe servito a dare ossigeno alle politiche sociali. Se tale più che probabile ipotesi dovesse avverarsi  la Puglia non riuscirà ad evitare nel breve periodo le infrazioni europee. Serve piuttosto quel piano di riordino ospedaliero che il DM 70 del 2015 richiede entro il 31/12/2015”.

“Abbiamo consigliato al direttore Gorgoni – proseguono i consiglieri del Movimento - al fine di ottimizzare la spesa, di procedere con l’adozione dei costi standard, così da evitare quei tagli lineari che solitamente agevolano quei primariati politicamente agganciati, ad esempio intervenendo sulla spesa farmaceutica costringendo i nosocomi a rispettare la legge che prevede la fornitura del primo ciclo di cure a tutti i pazienti dimessi, procedura che consentirebbe di risparmiare fino al 60% sull’acquisto dei medicinali”.

“In ultimo - concludono i cinquestelle - gli abbiamo ricordato che tale stravolgimento della sanità pugliese non può in alcun modo prescindere da un confronto diretto con chi vive in trincea, come i capi dipartimento delle diverse aree (chirurgica, emergenza, medicina generale) che spesso hanno lamentato mancanza di comunicazione con le direzioni generali. Nelle prossime settimane presenteremo una nostra proposta di piano di riordino dell’emergenza/urgenza che va in questa direzione”.

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