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Martedì 29 MARZO 2011
Studio Usa: il “trattamento Zamboni” è sicuro

L’angioplastica per “disostruire” le vene del collo nei malati di sclerosi multipla e con insufficienza venosa cerebro-spinale cronica non ha che minimi effetti collaterali

Se sia efficace non lo si sa ancora. Ma l’intervento di angioplastica per “liberare” le vene del collo ristrette o ostruite nei pazienti affetti da insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (Ccsvi) e sclerosi multipla è sicuro. Almeno secondo uno studio presentato nel corso del meeting annuale della Society of Interventional Radiology americana.
“L’angioplastica è un trattamento sicuro”, ha dichiarato uno degli autori dello studio, Kenneth Mandato dell’Albany Medical Center. Tutto sta nel vedere se lo sia anche in una popolazione sensibile come quella affetta da sclerosi multipla. Per questo i ricercatori hanno valutato la sicurezza dell’intervento in 231 pazienti con sclerosi multipla che vi si erano sottoposti. “I nostri risultati mostrano che il trattamento è sicuro quando è eseguito in ospedale o in ambulatorio. Il 97 per cento degli interventi non hanno infatti presentato complicanze”.
Chi si aspettasse dati sull’efficacia resterà però deluso: “Il nostro studio non ha valutato gli outcome di questo intervento, ma ha mostrato che può essere eseguito in sicurezza, con un minimo di rischi di complicanze significative”. Quelle emerse dallo studio sono stati una temporanea alterazione del ritmo cardiaco (in tre pazienti) e un nuovo restringimento delle vene trattate (in 4 pazienti). Tutti i pazienti trattati salvo due sono stati dimessi entro tre ore.
La Society of Interventional Radiology qualche mese addietro aveva pubblicato un position statement in cui si invitava a un maggiore impegno nella ricerca per valutare la sicurezza e l’efficacia dell’angioplastica nel trattamento della insufficienza venosa cerebro-spinale cronica in pazienti con sclerosi multipla. Ed è in questo solco si inserisce lo studio. 

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