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Lunedì 14 DICEMBRE 2015
Lazio. Al via la ricetta elettronica negli ospedali e nelle Asl

La dematerializzazione delle ricette farmaceutiche era partita il 1° ottobre con i medici di famiglia. Ora tocca ai medici delle strutture pubbliche sanitarie della Regione Lazio, ospedali e Asl. “Dal 2016 la ricetta dematerializzata arriverà anche per la medicina specialistica”, fa sapere la Regione.

Dopo i medici di famiglia, ora anche i medici delle strutture pubbliche sanitarie della Regione Lazio, ospedali e Asl, dovranno prescrivere le ricette farmaceutiche ‘in modalità dematerializzata’. L’annuncio in una nota della Regione, che parla di “di un altro importante passo sulla strada dell’innovazione e della semplificazione”.

Nella nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, fa il punto della situazione spiegando che la ricetta elettronica introdotta ad inizio ottobre negli studi medici “ha registrato un enorme successo: già dopo il primo giorno di attività le ricette farmaceutiche dematerializzate erano più del 65%, dopo poche ore di attività oltre 600 medici avevano fatto almeno una ricetta dematerializzata”.

“L’avvio della ricetta dematerializzata nel Lazio – continua Zingaretti – ha aperto una fase nuova nel rapporto fra cittadino e Servizio Sanitario Regionale, che grazie a una maggiore semplificazione sta portando a una riduzione dei tempi dell’erogazione dei servizi. Meno costi e sempre più qualità: è questo l’obiettivo che vogliamo raggiungere”. La ricetta elettronica, spiega infatti la nota, “riduce il rischio di errori di tipo amministrativo, truffe e falsificazioni. Il sistema in maniera diretta è in grado di certificare tutte le informazioni contenute nella ricetta, aumentando notevolmente la sicurezza degli assistiti”.

E dal 2016, annuncia la Regione, la ricetta dematerializzata arriverà anche per la medicina specialistica: “Stiamo lavorando per introdurre il prossimo anno il fascicolo sanitario elettronico, che sarà caricato all’interno della tessera sanitaria di ogni cittadino perché ognuno abbia a disposizione la propria storia medica - conclude il presidente - E’ anche questa è la sanità che vogliamo”.

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