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Giovedì 31 MARZO 2011
Salute mentale, il viaggio continua

Fa tappa a Roma il progetto “In viaggio: al centro della mente”, un’iniziativa, organizzata da Clinical Forum per sollecitare l’attenzione della comunità medico-scientifica, delle Istituzioni e della società civile nei confronti delle problematiche connesse alla salute mentale.

Nel Lazio, dei 529 posti letto nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura previsti dal progetto obiettivo regionale ne sono disponibili soltanto 294, poco più della metà. Quanto agli operatori per i servizi territoriali, quelli a disposizione non coprono che la metà del fabbisogno.È con questi dati, illustrati da Daniela Pezzi, membro della Consulta regionale per la Salute Mentale del Lazio che si è aperta a Roma la sesta tappa del progetto “In viaggio: al centro della mente”, un’iniziativa, organizzata da Clinical Forum, sotto l’egida della Società Italiana di Psichiatria e con il supporto non condizionato di Janssen Italia, nata con l’obiettivo di sollecitare l’attenzione della comunità medico-scientifica, delle Istituzioni e della società civile nei confronti delle problematiche connesse alla salute mentale.
E i numeri sulle lacune dei servizi laziali non sono che uno dei campanelli di allarme che ne dimostrano la necessità.A trent’anni dalla legge Basaglia (che ha “cambiato la concezione della malattia mentale”, ha ricordato il presidente della commissione Igiene e sanità del Senato Antonio Tomassini intervenuto all’incontro), sulle malattie mentali continua ad aleggiare lo stigma dell’incurabilità, la discriminazione, i pregiudizi, l’isolamento e la vergogna di chi ne soffre.
Secondo recenti stime dell’OMS sono 450 milioni le persone che nel mondo soffrono di disturbi psichici, (tra cui 25 milioni affette da schizofrenia). Una persona su 4 nel corso della propria vita sperimenta una forma di sofferenza psichica; e le fasce di età più vulnerabili sono l’adolescenza e la vecchiaia. In Italia la prevalenza annuale di un disturbo mentale è intorno al 10%. Ciò significa che ogni anno nel nostro Paese circa 6 milioni di persone presentano i sintomi di queste condizioni.
Tuttavia, nonostante l’entità di questi numeri, anche nei Paesi occidentali esiste un enorme divario tra la prevalenza delle patologie psichiche e i casi realmente trattati.
Un problema non da poco, generato dalla difficoltà per il non-specialista a riconoscere, fin dagli esordi, la presenza di un disturbo psichico; dalla limitata tendenza a mettere in atto interventi di sensibilizzazione e prevenzione nei confronti di queste patologie, dalla carenza di risorse economiche e di personale adeguato, oltre che dallo stigma che colpisce le persone affette da patologie mentali e che le porta a non rivolgersi al medico in caso di necessità (si stima che una persona su due, tra quanti soffrono di un disturbo psichico, non si rivolga a una figura sanitaria).
Il risultato è un ritardo nella diagnosi e nel trattamento mentre è noto che più precoci sono gli interventi nelle primissime fasi della malattia, migliori sono i risultati a breve e a lungo termine.
 Per questo, “particolare attenzione va posta ai sintomi a esordio giovanile che possono costituire le basi per future patologiche psicotiche”, ha commentato Alberto Siracusano, ordinario di Psichiatria presso l’Università Tor Vergata di Roma.
Il ritardo, inoltre, non ha soltanto conseguenze sulla vita del malato ma anche sulle casse del Servizio sanitario nazionale.
Federico Spandonaro, farmaco-economista all’Università Tor Vergata di Roma con il suo gruppo di ricerca ha per esempio valutato i costi della schizofrenia: “per quanto riguarda i costi sanitari diretti - ha illustrato Spandonaro - studi internazionali rilevano che questi ultimi si attestano tra l’1,5% e il 3% della spesa sanitaria totale, rappresentando oltre il 60% delle spese per le cure psichiatriche. Ma i costi diretti non sanitari (ad es. danni agli altri e autolesioni) e quelli indiretti (quali le perdite di produttività) portano a più che raddoppiare i costi sociali della patologia. Di fronte a questi dati - ha aggiunto Spandonaro - la valutazione dei possibili percorsi terapeutici deve mirare in primo luogo alla stabilizzazione dei sintomi del paziente (direttamente correlata all’aderenza alla terapia), riducendo così le ospedalizzazioni e aumentando le possibilità di inserimento sociale dei pazienti”, ha spiegato il farmacoeconomista. “Questo induce, quindi, a superare una visione puramente “finanziaria”, quale quella finalizzata al risparmio sulle prescrizioni farmaceutiche basato sul costo della dose media giornaliera, mirando a trattamenti dove sia evidente nel suo complesso un profilo costo-efficacia positivo”, ha concluso.
Dopo Roma, il progetto “In viaggio: al centro della mente”, si sposterà a Bari (dal 7 al 9 aprile) per poi toccare Catanzaro (14-16 aprile), Palermo (19-21 aprile) e chiudersi a Cremona il 29 aprile. In tutte le tappe sarà affiancato dalla Mostra Outsider Art in cui saranno esposte opere di artisti con un vissuto di malattie mentali. “La malattia è una dimensione dell’essere umano e chi l’ha provata ha sicuramente un’esperienza in più da esprimere”, ha spiegato Daniela Rosi, curatrice della mostra e direttrice dell’Osservatorio Nazionale di Outsider Art dell’Accademia di Belle Arti di Verona. 

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