quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 17 DICEMBRE 2015
Parlamento UE dice no alla maternità surrogata. Ma c’è anche l’invito ai Governi per maggiori tutele per le persone LGBTI: “Sì alle unioni o al matrimonio”

Approvata oggi a Strasburgo la relazione annuale sui diritti umani. Ma le questioni affrontate sono molto di più. Spazio anche alla tutela della salute delle popolazioni: “Affrontare le malattie della povertà e garantire accesso alle cure”. Più tutela alle persone disabili e più incisione nel contrasto alla violenza sulle donne. LA RISOLUZIONE.

Il Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo la Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell'Unione europea in materia. Un documento ampio ed esaustivo dei moltissimi temi connessi con i diritti dell’uomo e con diversi riferimenti alla salute.
 
Tra questi si ribadisce l'urgente necessità di affrontare il problema globale delle malattie legate alla povertà e delle malattie dimenticate. Su questo il Parlamento UE  “chiede una strategia politica ambiziosa a lungo termine e un piano d'azione in materia di salute globale, innovazione e accesso ai farmaci che preveda, tra l'altro, investimenti nella ricerca e nello sviluppo per salvaguardare il diritto a un tenore di vita adeguato per la salute e il benessere di ogni persona senza distinzione di razza, religione, credo politico, condizione economica o sociale, identità di genere o orientamento sessuale”.
 
Un ampio capitolo è poi riservato alle persone con disabilità sottolineando, in particolare, “la necessità di integrare in modo credibile il principio dell'accessibilità universale e la totalità dei diritti delle persone con disabilità in tutte le politiche pertinenti dell'UE, compreso il settore della cooperazione allo sviluppo, e pone l'accento sul carattere prescrittivo e orizzontale di tale questione”.
 
E poi alle donne, sia implementando le politiche di genere legate al mondo del lavoro e della rappresentanza nelle istituzioni sia con un nuovo e più marcato sforzo comune contro la violenza sulle donne.
 
Spazio anche ai diritti alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (LGBTI), in linea con gli orientamenti dell'UE sul tema. Il Parlamento, ribadendo,  che “l'UE dovrebbe proseguire gli sforzi per migliorare il rispetto dei loro diritti”, raccomanda “l'attuazione degli orientamenti, anche attraverso la formazione del personale dell'UE nei paesi terzi”.
E ancora una forte condanna ai “75 paesi che criminalizzino ancora l'omosessualità”, (di cui 8 prevedano la pena di morte), e “ritiene che le pratiche e gli atti di violenza contro le persone in base al loro orientamento sessuale non debbano rimanere impuniti”. E infine si conviene che “i diritti delle persone LGBTI sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio”.
 
E poi un secco no alla maternità surrogata “che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce”. Il Parlamento UE ritiene infatti “che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani”.
 
E infine un richiamo alla salute dei bambini più a rischio invitando tutti gli Stati “a impegnarsi per eliminare le forme peggiori di lavoro minorile quali definite all'articolo 3 della convenzione n. 182 dell'OIL, tra cui la schiavitù, la tratta e la prostituzione di minori e ogni lavoro pericoloso che comprometta la salute fisica e mentale del bambino”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA