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20 DICEMBRE 2015
A proposito di “bufale” scientifiche/2. Sono solo pochi imbroglioni



Gentile Direttore,
ho letto con interesse l’articolo di Montebelli sulle false revisioni di lavori scientifici. Il fenomeno è scandaloso, ma riguarda pochi imbroglioni ed ha un impatto sulla qualità delle pubblicazioni certamente meno rilevante di altri meccanismi devianti che sono accettati come normali. Mi riferisco in particolare alla abitudine sempre più diffusa di rigettare un lavoro, spesso a giro di posta, perché non ha una priorità sufficiente, senza che sia stato sottoposto a peer reviewers e senza alcuna giustificazione critica obiettiva.
 
Dato per scontato che  il meccanismo dii revisione  deve garantire libertà di giudizio e quindi segretezza dei revisori, quest’ultima deve a sua volta essere giustificata da critiche fondate ed esplicite, non su un giudizio di priorità che non ha come fondamento nemmeno una formale dichiarazione dei criteri usati per assegnarla.
 
E’ chiaro che  la magica parola “priorità” permette un dominio incontrollato del comitato editoriale sulla pubblicazione, espone a conflitti di interesse e, nella ipotesi di buona fede, accredita una  metodologia critica apodittica.
 
prof. Antonio Dal Canton
Università di Pavia  

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