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Lunedì 21 DICEMBRE 2015
Incontinenza ed ernia inguinale. Al Campus Bio Medico arriva il tutor per la terza età

L'accordo tra il Policlinico romano e FederAnziani attivo da fine dicembre. Basterà telefonare a un numero telefonico dedicato per poter prenotare la visita. Gli aderenti all'associazione, oltre 300mila nel solo Lazio, potranno così godere di una visita specialistica eun  iter terapeutico o chirurgico su misura, con tempi d’attesa minimi e a costi inferiori al ticket.

Un percorso diagnostico, chirurgico e terapeutico protetto per chi, nella terza età, soffre di incontinenza urinaria o di ernia inguinale. È il nuovo servizio offerto dal Policlinico Universitario Campus Bio-Medico ai numerosi aderenti a FederAnziani, l’associazione che tutela la vita sociale e il diritto alla salute degli over 65 e che, solo nel Lazio, conta 300mila aderenti nei 300 'Centri anziani’ della Regione.
 
A fine dicembre basterà telefonare a un numero telefonico dedicato per poter prenotare, in un ambulatorio anch’esso dedicato e con tempi d’attesa ridotti al minimo, una prima visita specialistica, con il chirurgo, nel caso di ernia, con l’uro-ginecologo per le donne che soffrono di incontinenza urinaria. Dopo la visita, se necessario, un tutor seguirà l’anziano nel suo iter terapeutico o chirurgico. Tutti i passi successivi sono disegnati a misura della persona anziana. Il tutto a tariffe agevolate, che tengono conto delle necessità degli anziani e comunque inferiori al ticket richiesto normalmente per una visita specialistica.
 
“In caso venga diagnosticata un’ernia inguinale – spiega Rossana Alloni, Responsabile dell’Unità di 'Chirurgia a degenza breve' del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico – e fosse necessario un intervento chirurgico, il paziente verrà seguito dalla fase di pre-ospedalizzazione fino alla sala operatoria e al ritorno a domicilio, tenendo presente la complessità che il paziente anziano presenta”.

Più diversificato il percorso per le donne che soffrono di incontinenza urinaria. Una 'malattia nascosta', che interessa 3 milioni e mezzo di donne in Italia, pari al 17% dell’intera popolazione femminile. Un problema che non si manifesta solo alla terza età e che può essere generato, oltre che dall’invecchiamento, dalla gravidanza o da qualche intervento chirurgico sull’addome o sulla pelvi, che con il passare del tempo può comportare guai. “In caso di incontinenza – spiega Marzio Zullo, uroginecologo del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico – possono essere sufficienti i farmaci anticolinergici, che purtroppo in Italia, caso unico in Europa, continuano ad essere a carico dell’assistito. Altrimenti si procede nell’ambulatorio protetto con la rieducazione del pavimento pelvico, mirata a rafforzare il tono muscolare, grazie anche all’uso di una strumentazione d’avanguardia”.
 
Nei casi di incontinenza cosiddetta ‘d’urgenza', quella dovuta ad ipercontrattilità della vescica, si può procedere invece con intervento chirurgico mini-invasivo. “Con una semplice anestesia locale – spiega sempre Zullo – viene inserito un elettrocatetere nella zona sacrale, dove un piccolo pace-maker stimola l’innervazione della vescica, eliminando così un problema che condiziona non poco la vita sociale di tante donne. Comunque ogni paziente va studiata come un caso a sé, in modo completo ed accurato, per scegliere il trattamento migliore”.

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