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Martedì 22 DICEMBRE 2015
Un giovane medico “molto nostalgico”



Gentile Direttore,
in questi ultimi giorni, leggendo i giornali (rigorosamente cartacei), perché sono un nostalgico, apprendo di come, nel nostro Paese, si stia consumando, in maniera cinica e selvaggia, quel poco che resta di un tessuto sociale costruito con fatica e tenacia da antiche generazioni, quelle generazioni che, a prezzo anche di vite umane, hanno costruito le basi della Democrazia contemporanea, una democrazia che in Italia appare oggi quanto mai incompiuta a distanza di 60 anni circa dalla sua nascita (Pietro Nenni, Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Giovanni Gronchi, Aldo Moro, Luigi Einaudi…..vecchi legislatori, vituperati (molti), ricordati studiati e rimpianti (pochi) … erano invero sicuramente più competenti degli attuali ….e lo dico …perché sono nostalgico)..
 
Guardando il TG, rigorosamente sulla rete pubblica (perché sono un nostalgico), mi rendo conto di quanto, le rivendicazioni di migliaia di medici, rivendicazioni sia ben chiaro non di tipo economico e personalistico, ma indirizzate a salvare il diritto alle cure sancito dal welfare state prima ancora che dalle leggi…, bene mi rendo conto di come queste preghiere cadano puntualmente nel circolo demagogico dei teatrini social-politici…e restino senza risposta.
 
Eppure i medici dimostrando per la prima volta, almeno da quando sono nato, grande senso di unità, continuano ad urlare il disagio di un’intera società che cerca di opporsi allo smembramento del Sistema Sanitario Nazionale…
 
Quel sistema sanitario nazionale che per lungo tempo è stato assunto a modello organizzativo perfino dagli USA, nazione alla quale noi italiani guardiamo da sempre con contestabile invidia ed ammirazione;
quel sistema sanitario che ha oggi relegato il medico a figura ambigua e secondaria, depauperandolo di ogni dignità professionale, utilizzandolo come capro espiatorio della mancanza di investimenti economici e strutturali…
il tutto all’insegna della costruzione del nuovo mondo, flessibile, tecnologico, sprint …il mondo dei twett..
 
Io continuo a preferire, gentile direttore, quando da bambino osservavo nel silenzio assoluto entrare il medico di famiglia nella mia stanza, lo osservavo e lo consideravo quasi un guru, un deus ex machina, e lo stesso facevano i miei genitori….
Si perché un tempo ‘il dottore era il dottore..’
Ma dico cosi …solo perché solo un nostalgico…
 
E sono un nostalgico anche perché ricordo con malinconia i tempi in cui fui invaso dalla passione per la medicina… e di quando studiavo per diventare medico convinto che un giorno, avrei potuto curare la gente, avrei avuto gli strumenti per guarire i pazienti…ma soprattutto avrei avuto la possibilità di "fare il medico", in un ospedale, in uno studio, in un ambulatorio…..quella possibilità che oggi, in sostanza ci viene negata, quella possibilità che è oggetto di contrattazione.
 
Oggi tutto è cambiato, il mondo corre veloce, e le cure anche...non parliamo del lavoro…il lavoro va cosi veloce che non lo vediamo neanche…
Mentre scrivo, sembra che abbia 60 anni, sembrano passati anni luce da quando un giovane studente sognava di curare la gente.. e invece di anni ne sono passati molti meno, da quando la percezione dello stato sociale era pregnante per i cittadini, a tratti asfissiante per i governatori. Da quando la salute non era merce di scambio politico, ma solo esigenza condivisa della comunità. ….Ma lo dico solo perché sono nostalgico..
 
Non riesco tuttavia ad accettare direttore, che questo governo o qualunque altro possa non considerare una priorità assoluta la salvaguardia e la riorganizzazione seria di un Sistema sanitario nazionale che si dirige verso l’implosione.
 
Non riesco ad accettare che non ci si fermi un attimo a riflettere sul fatto che, probabilmente, questa organizzazione del sistema di cure, è fallita, o quanto meno oggi non riesce più ad assicurare quella equità di cure sancita dalla costituzione italiana (Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività… per chi non lo ricordasse).
 
Non riesco ad accettare che non si pensi che probabilmente il modello pseudo-federalista che si è invano cercato di realizzare in Italia, in fondo ha prodotto unicamente una devolution di scarsa e contestabile qualità determinando principalmente aumenti costanti delle forbici di qualità assistenziale tra quelle che ormai sono diventate tre Italie: meridione, settentrione ed isole…. Ma tutto questo solo perché sono un maledetto nostalgico….
Non riesco ad accettare che la disperazione sociale di migliaia di medici possa passare per sterile e cinica lamentela per la mancanza di privilegi…ma tutto questo semplicemente perché sono un nostalgico…
 
Ecco perché gentile direttore continuerò a manifestare, con tutti i mezzi a mia disposizione, anche se dovessi restare solo, il mio disagio, il mio disappunto, la mia profonda, sostanziale, personale e professionale indignazione verso tutti i governi che tratteranno la Sanità come semplice voce di spesa in uscita… perché....’a salute è ‘na cosa seria…’
 
O forse, semplicemente, perché sono un nostalgico.
 
Piero Di Silverio
Direttivo Nazionale Anaao Giovani

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