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Martedì 22 DICEMBRE 2015
Lazio. Accorpamenti Asl romane. Salta discussione in Commissione. Opposizioni insorgono, ma ci sono malumori anche in maggioranza

Il rinvio è stato deciso ufficialmente per privilegiare la discussione sul Bilancio. Lena: “Concentriamoci su vere priorità, come qualità prestazioni”. Aurigemma (FI): “Nomina Degrassi inaccettabile, abbiamo chiesto verifica all'Anac”. Barillari (M5S) “Strappo enorme, assoluta mancanza trasparenza”. Agostini (PD): “Impostare accorpamenti su altre basi”. Cgil: “Si parla soltanto di ingegneria istituzionale”.

Nonostante fosse già calendarizzata, è saltata la discussione in Commissione Politiche Sociali e Salute in merito alla proposta di legge che ridisegna tramite accorpamenti l’assetto delle Asl capitoline. E potrebbe trattarsi persino di un annullamento definitivo, non soltanto di un semplice rinvio. La priorità spetta infatti all’analisi degli emendamenti del Bilancio, ma la motivazione non ha evitato una profonda insofferenza tra le fila dell’opposizione e persino tra alcune componenti della maggioranza.

L’iter è infatti ormai definito e, a prescindere dalle procedure, il provvedimento sarà votato entro il 31 dicembre. Il risiko delle nomine ha completato tutti gli incastri con Flori Degrassi che guiderà l’accorpamento tra le Asl RmB e RmC, mentre l’ormai ex Dg della D, Vincenzo Panella, sarà a capo dei due settori unificati in un’unica direzione generale il 17 settembre scorso. A farne le spese sarà Carlo Saitto (Dg della C) che, allo stato attuale, non è stato ricollocato in alcuna casella, scontando probabilmente alcuni dissapori politici. All’interno della maggioranza questa scelta non è infatti stata digerita in modo unanime.

Rodolfo Lena, presidente della Commissione Salute, traccia il quadro della situazione. “Nel Def 2016-18 che abbiamo già approvato stabiliamo che in prospettiva le Asl nel Lazio saranno al massimo sei. Qualcuno nell’opposizione sostiene che sia una misura da adottare immediatamente ma – sottolinea – ritengo che sia un’opzione praticabile più avanti nel tempo. Costruire un’unica Asl per Roma e un’unica per la Provincia, come alcuni vorrebbero, mi sembra ancora prematuro in quanto i profili organizzativi non sono al momento adeguati”. E’ possibile che la discussione della proposta di legge in Commissione salti, ma “è importante piuttosto focalizzare l’attenzione su alcuni obiettivi prioritari: bisogna garantire la stessa qualità delle prestazioni in tutta la regione, concentrandosi non su quanto ma su come si spende. Il nocciolo della questione risiede quindi nella razionalizzazione dei servizi”.

Di tutt’altro avviso Antonello Aurigemma, Capogruppo di Forza Italia e vice presidente della Commissione Salute. “Il processo di accorpamento delle Asl è uno dei più grandi pasticci di quest’amministrazione regionale. La riduzione non risolve alcunché. Non ci convince minimamente. In primis perché – osserva - i paventati risparmi di 36 milioni annunciati dalla Regione con questa riforma, potevano arrivare a 100 se si fosse seguita la nostra proposta, cioè una Asl per provincia più una per Roma capitale. Il progetto di accorpamento, così come voluto dal centrosinistra, è assolutamente insufficiente e si aggiunge ai tanti risultati disastrosi raggiunti finora dall’amministrazione. Zingaretti continua a parlare di riduzione e razionalizzazione, ma soltanto a parole. Bisognerebbe davvero eliminare gli sprechi, cercando però di efficientare il servizio: tutto ciò che il governatore non è stato in grado di fare”. Per quanto riguarda le recenti nomine, Aurigemma non lesina critiche sul metodo e sul merito. “Di fronte a tanti fallimenti è incredibile che l’accorpamento tra Asl RmB e RmC sia affidato alla direttrice dell’area sanitaria della Regione, Flori Degrassi. Viene premiata la responsabile regionale della direzione sanitaria, proprio mentre il sistema è al collasso. Abbiamo chiesto una verifica da parte dell’Anac per evitare che, per quanto riguarda la nomina a commissario di Degrassi, ci siano anche dei profili di incompatibilità. Sarebbe oltre al danno, la beffa”.

Anche l’altro versante dell’opposizione, il M5S, storce il naso davanti le strategie dell’amministrazione. “E’ stata annullata la discussione in Commissione e non vengono forniti i documenti e i riscontri richiesti che valutino l’impatto degli accorpamenti. C’è un chiaro problema di trasparenza – attacca Davide Barillari, portavoce del Movimento in Consiglio – Quest’operazione ha un sapore prettamente politico e riguarda ben poco la sanità. Paradossalmente il risultato è che si spenderà di più, perché verranno duplicate le poltrone all’insegna di una logica di rimescolamento degli incarichi. Gli accorpamenti non hanno senso all’interno di un sistema in disequilibrio”. Il M5S a breve presenterà una proposta di legge “per riorganizzazione la sanità laziale sulla base del territorio geografico, delle patologie, dei fabbisogni, eliminando sprechi e disservizi. Il nodo cruciale, infatti, attiene a una revisione complessiva della governance”.

Dubbi e riserve sulla nuova formulazione delle Asl vengono espressi anche all’interno della maggioranza. “Auspicherei in primis che il provvedimento sugli accorpamenti venga discusso in Commissione, che deve svolgere sempre e pienamente le proprie funzioni – ragiona Riccardo Agostini, consigliere regionale del Partito Democratico – Riguardo il riassetto avrei impostato la discussione su differenti termini: effettuare gli accorpamenti sulla base di analoghi servizi mi sembra un elemento di debolezza. Avrei, invece, lavorato seguendo i criteri di riforma della nuova area metropolitana. Mi convincerebbe di più, per esempio, l’ipotesi in cui la C si unifichi con l’area dei Castelli. Sarebbe anche interessante istituire un’azienda sanitaria che includa i territori sul mare oppure un’altra soltanto per il centro storico romano, dotata di una sua specificità. Nel complesso utilizzerei gli ospedali come hub delle nuove aziende. I cittadini di Bracciano si recano al Sant’Andrea o al massimo al Gemelli non a Civitavecchia. In sostanza occorre un lavoro più complesso di quello che stiamo attuando oggi”. Non manca, infine, una stoccata verso il trattamento riservato a Carlo Saitto. “Ha evidenziato una valutazione tra le migliori ed è quindi strano che resti fuori da tutto. Recupererei la sua figura nel modo migliore”.

Sul fronte sindacale, invece, la valutazione viene collocata sulle implicazioni di metodo. “Non siamo interessati a discutere in alcun modo né il numero delle Asl né gli assetti dirigenziali – chiarisce Patrizia Di Berto, responsabile della Sanità nel Lazio per la Cgil – Preferiamo un’analisi diversa e vogliamo innanzitutto capire se nel nuovo disegno verrà garantita la diffusione servizi, fornendo risposte ai bisogni dei cittadini. La parte relativa all’ingegneria istituzionale non ci appassiona. Chiediamo quindi di cambiare ottica, perché non si può ragionare esclusivamente di risparmi. Il rischio è che dietro questa operazione si celi una contrazione dei punti di erogazione”.
 
Gennaro Barbieri

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