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Venerdì 07 MAGGIO 2010
Gotta, l’epidemia dimenticata

Se ne parla pochissimo. Eppure la gotta continua a colpire circa un milione di persone in Italia. E, a differenza del passato, oggi tra i soggetti a rischio figurano anche le giovani modelle

“È l’artrite più frequente nell’uomo, dove raggiunge una prevalenza del 7% dopo i 65 anni. Nelle donne compare dopo la menopausa, con una prevalenza che tende ad aumentare con l’età, fino a raggiungere un valore del 3% oltre gli 85 anni”. Questa il ritratto della gotta tracciato da Carlomaurizio Montecucco, Direttore della Scuola di Specializzazione in Reumatologia dell’Università di Pavia nel corso del corso teorico-pratico sull’Analisi del liquido sinoviale, un test fondamentale per diagnosticare con sicurezza la gotta che, nonostante sia nota fin dagli albori della medicina, oggi è una malattia sottodiagnosticata, soprattutto quando a soffrirne sia un anziano.E proprio nella popolazione anziana la sua diffusione è in crescita. Così come nella popolazione femminile: “Il rapporto fra i due sessi, che fino al 1999 era di sette casi fra i maschi e uno fra le femmine, attualmente è di quattro maschi per una donna”, ha illustrato Marco Cimmino, della clinica Reumatologica dell’Università di Genova. “L’aumento di frequenza della gotta interessa soprattutto le donne dopo la menopausa: se in età fertile viene colpita dalla malattia una donna su 2.000, si stima che, sopra i 50-60 anni, si verifichino 2-3 nuovi casi per 1.000 persone/anno”.
A giustificare l’aumento del numero di casi, sia nelle donne che negli uomini, partecipano diversi fattori. “Un contributo è dato dall’uso di una serie di farmaci che sono in grado di determinare un aumento dell’uricemia”, ha spiegato Montecucco. “Fra quelli di uso più comune i diuretici, farmaci largamente utilizzati come antipertensivi, anche negli individui anziani, e l’aspirina a basse dosi, utilizzata come antiaggregante. Anche la ciclosporina, impiegata per prevenire il rigetto nei trapianti, provoca facilmente iperuricemia e gotta”.
Accanto al progressivo invecchiamento della popolazione, altri fattori giustificano l’aumento della gotta: la diffusione dell’insufficienza renale cronica, le variazioni subite dalle abitudini alimentari - col progressivo allontanamento dalla dieta mediterranea a favore di altri alimenti, la diffusione dell’obesità e del sovrappeso.
Ma negli ultimi anni una nuova tendenza preoccupa gli esperti: la diffusione della patologia tra le modelle. Donne giovani, belle e magre che sono altamente esposte al rischio di attacchi di gotta a causa dei diuretici assunti per mantenersi filiformi.
A.M.

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