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Martedì 05 APRILE 2011
L’Inghilterra frena sulla riforma e riapre le consultazioni

Il ministro della Salute inglese, Andrew Lansley, ammette che vi sono preoccupazioni riguardo ai costi della riforma sociale e sanitaria, ma sottolinea che saranno apportati solo piccoli cambiamenti al progetto. "La riforma si farà".

Il Governo inglese porterà Avanti la riforma dell’assistenza inglese e sociale, ma per il momento i lavori si fermeranno per lasciare spazio alla consultazione con gli esperti e gli osteggiatori della manovra. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute, Andrew Lansley, nel corso di un’audizione alla Camera dei Comuni dello scorso 4 aprile, come quanto riportato dal quotidiano britannico the Guardian.
Il punto cruciale sarebbe quello della spesa necessaria per rendere operativa la riforma sanitaria e sociale. Il testo, spiega the Guardian, potrebbe quindi subire qualche modifica ma, sottolinea il Governo, intende comunque realizzare tutti i cambiamenti pianificati per il Servizio sanitario nazionale. “Quel che vogliamo – ha detto Lansley – è andare avanti con il sostegno dei medici, degli infermieri e di tutti i professionisti del National Health System. Siamo consapevoli che la velocità con cui abbiamo portato avanti la riforma ha suscitato perplessità, espresse da diverse parti. Ma alcuni di questi dubbi sono mal riposti o basati su interpretazioni scorrette. Riconosciamo, tuttavia, che alcune sono legittime”, ha ammesso il ministro della Salute.
Lansley ha quindi spiegato che il Governo “si prenderà una naturale pausa” per ascoltare e confrontarsi con tutti coloro che vorranno collaborare per il successo della riforma. Ha inoltre aggiunto che questo porterà all presentazione di alcuni emendamenti al progetto di legge, dissipando i dubbi e le paure per il futuro. “La scelta di coinvolgere il settore privato e creare una sana competizione ha il solo intento di migliorare i servizi per i pazienti”, ha sottolineato il ministro assicurando che comunque, “alcuni servizi, come quelli dell’emergenza o dei traumi più gravi, non saranno mai inseriti nel circuito concorrenziale”.
 
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