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Venerdì 15 GENNAIO 2016
Lazio. Pronto soccorso in crisi. In arrivo al San Camillo 18 posti letto di medicina e 120 unità sanitarie. Anaao: “Non basta, per Zingaretti la sanità vive solo di proclami”

Nel corso di una conferenza stampa il segretario aziendale, Sandro Petrolati, attacca duramente il governatore: “A inizio dicembre ha inaugurato in grande stile 20 posti letto per Terapia Intensiva che, però, non sono ancora disponibili”. L'Anaao, per uscire dall'impasse, chiede almeno 100 posti letto intensivi e non e l’assunzione di 50 unità della dirigenza, di 150 del comparto, di 2 pediatri e 4 ginecologi. IL DOCUMENTO DELL'ANAAO

Lo spartito si ripropone, puntualmente, all’inizio di ogni anno. Intorno alla metà di gennaio il San Camillo sale alla ribalta delle cronache per la drammatica condizione in cui versa il Pronto soccorso: pazienti ammassati, malati costretti a trascorrere tempi biblici sulle barelle, un’atmosfera di caos generalizzato che spesso si traduce in aggressività ai danni degli operatori. Basti considerare che, nel 2014, il tempo d’attesa in barella ha superato le 72 ore per 1345 pazienti. Tendenza diffusa è associare questo quadro all’impennata dell’influenza e all’irrigidimento dell’inverno. Ma le cause strutturali risiedono altrove e sono strettamente legate a nodi divenuti sempre più complessi negli anni e che prescindono dalla stagione. Lo scenario è stato analizzato e discusso nel corso di una conferenza promossa oggi dall’Anaao Assomed presso la struttura capitolina.

L’associazione dei medici dirigenti ha riferito che un provvedimento della Regione garantisce l’apertura di 18 posti letto di medicina e l’assunzione di 120 unità sanitarie. “Qualcosa si muove – sottolinea il segretario aziendale del sindacato, Sandro Petrolati – Si tratta di un intervento che, timidamente e con spaventoso ritardo, riconoscendo nella carenza delle risorse la causa prima del grave sovraffollamento del PS, procede in controtendenza ai tagli lineari che hanno messo in ginocchio l’offerta assistenziale dell’Ospedale San Camillo e dei grandi ospedali regionali. Si auspica che il cambio di rotta sia definitivo e che rappresenti un primo passo per ridare ai cittadini l’accesso a cure efficaci nel rispetto della dignità della persona. Anche perché la situazione si protrae dal 2008, anno in cui subimmo un taglio di 350 posti letto. E segnalammo questa pesantissima criticità in un esposto alla Procura”.

L’Anaao non lesina però le critiche alla gestione complessiva messa in campo dall’attuale amministrazione regionale. “Zingaretti ama i proclami, ma la sanità non può vivere di propaganda – prosegue Petrolati – La realtà è infatti ben diversa e in molti casi sarebbe necessario un minimo di pudore. Avevamo chiesto al governatore un incontro pubblico presso il nostro ospedale, ma non abbiamo mai ottenuto una risposta. Senza dimenticare che i 20 nuovi posti letto per Terapia Intensiva, inaugurati in pompa magna a inizio dicembre, non sono ancora disponibili”.

Il sindacato ritiene del tutto infondata l’ipotesi che il sovraffollamento dei PS dipenda da gravi carenze assistenziali da parte del territorio e segnala che i dati del Ministero della salute, Rapporti SDO, contraddicono ogni anno questa ipotesi. Il Lazio, infatti, è ai primi posti in Italia per quanto riguarda l’accessibilità e la funzionalità dei servizi territoriali con tassi di ospedalizzazione molto al di sotto della media nazionale per tutte le patologie a rischio di ricovero non appropriato: diabete, asma, insufficienza cardiaca, patologie alcool correlate. E anche i tassi di ospedalizzazione per l’influenza sono in assoluto i più bassi in Italia.

Per rilanciare il San Camillo l’Anaao chiede che siano assegnati almeno 100 posti letto, intensivi e non, necessari al ruolo di Centro di riferimento che la Regione riconosce all’ospedale. Sono infatti ritenuti inadeguati i 18 pl di medicina assegnati nelle ultime ore e l’aumento di 29 posti letto previsto dal decreto U00247/2014. Altra priorità giudicata ineludibile è l’assunzione di almeno 50 unità della dirigenza, di 150 del comparto, di medici per il dipartimento materno infantile, di 2 pediatri e 4 ginecologi, “senza i quali saremo costretti a chiedere la chiusura dei PS pediatrico e ostetrico-ginecologico a tutela della sicurezza degli assistiti e degli operatori”.

“Le istituzioni sostengono che sia necessario puntare sul territorio – osserva Buno Schiavo, componente del Direttivo Anaao – Ma prima che fosse pronto si sono moltiplicati i tagli che hanno penalizzato in misura nettamente superiore le aziende ospedaliere rispetto ai policlinici, mentre i privati non sono stati toccati. Dal 2008 a oggi il San Camillo ha perso circa 1000 unità sanitarie, tra medici e infermieri, e il 30% della capacità produttiva. Ma occorrono assolutamente nuove risorse, altrimenti sarà impossibile invertire il trend. E i ricoveri di elezione sono bloccati ormai da tempo immemore: tutte le persone in attesa stazionano a casa finché non decidono di recarsi in Ps, alimentando così il circolo vizioso che ingolfa il sistema”.

Nel corso della conferenza è intervenuto anche il Direttore Generale del San Camillo, Antonio D’Urso, che ha tracciato il quadro degli interventi programmati per restituire linfa all’ospedale. “Quando mi sono insediato, un anno e mezzo fa, ho riscontrato – spiega – una situazione molto complicata, determinata dai tagli. Sono necessarie ristrutturazione edili e di adeguamento, ma anche un nuovo piano di assunzioni dato che l’età media del personale sfiora i 55 anni. Dobbiamo poi garantire miglioramenti organizzativi, considerando che la degenza media è davvero troppo alta. E l’Emergenza ha bisogno di 350 pl, mente ora sono 300”.

D’Urso ha quindi annunciato l’allargamento del Pronto soccorso è in via di definizione e che i nuovi posti letto per la Rianimazione saranno attivati non appena concluse le procedure concorsuali per gli infermieri. In attesa di queste novità, lo spartito resta però immutato come ogni anno.
 
Gennaro Barbieri
 

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