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Mercoledì 20 GENNAIO 2016
Regioni. Il Piemonte in pole per la guida della Commissione Salute

L'assessore alla sanità piemontese Saitta dovrebbe diventare coordinatore (oggi è vice) e quello dell'Emilia Romagna Venturi il suo vice (oggi è lui il coordinatore). Sarebbe il terzo cambio in meno di un anno dopo che la guida della Commissione è passata dal Veneto all’Emilia Romagna nel 2015. Lo scambio di ruoli tra Saitta e Venturi ritenuto opportuno dopo che la guida della Conferenza è passata da Chiamparino al governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini.

Potrebbe essere la Regione Piemonte con il suo assessore alla sanità Antonio Saitta (oggi vice coordinatore) ad assumere la guida della commissione Salute delle Regioni al posto dell’Emilia Romagna che la guida con l’assessore Sergio Venturi. A quanto si apprende da fonti regionali è questa una delle ipotesi più forti al momento. 
 
Un rimescolamento di injcarichi, che rischia di essere il terzo in un anno, considerato opportuno dalle Regioni dopo le dimissioni di Sergio Chiamparino (Piemonte) dalla guida della conferenza delle Regioni e la nomina al suo posto di Stefano Bonaccini (Emilia Romagna). Ed essendo la commissione Salute tra le più "pesanti", è praticamente impossibile che essa resti nelle mani della Regione che ha la presidenza.

La nuova governance della commissione Salute dovrebbe essere ratificata tra un paio di settimane (forse nella prossima riunione delle Regioni il prossimo 4 febbraio). 
"A febbraio – ha dichiarato Bonaccini oggi in Conferenza delle Regioni - andremo alla sostituzione dell'assessore Sergio Venturi, attuale coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni; spero in una condivisione piena da parte della Conferenza. Ho preso per questo qualche giorno di tempo per verifiche e per una consultazione. Non andremo oltre febbraio per rispetto degli equilibri e del lavoro ella Conferenza delle Regioni".
Un tempo che servirà in ogni caso per tastare gli animi delle altre Regioni, Veneto in primis che non ha mai nascosto la sua contrarietà alle ultime nomine negli organismi di autogoverno delle Regioni.
 
L.F.

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