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Mercoledì 27 GENNAIO 2016
Ddl Concorrenza e società odontoiatriche. Prada (Andi): “Chiediamo solo le stesse regole per liberi professionisti e società”

Il presidente dell’Associazione dei dentisti italiani difende alcuni emendamenti al provvedimento che prevedono una revisione delle norme per le società di capitali nel campo odontoiatrico. “Gli emendamenti proposti non fanno altro che estendere le tutele per i cittadini”.

Gli emendamenti che alcuni Senatori hanno predisposto raccogliendo il nostro grido d’allarme lanciato il 18 novembre durate l’audizione alla Commissione Industria del Senato, cercano solamente di regolamentare un settore, oggi, non regolamentato. Regole che dovrebbero essere approvate per meglio tutelare i pazienti italiani”. È quanto afferma Gianfranco Prada, Presidente Nazionale ANDI commentando l’allarme lanciato in questi giorni sui possibili rischi per le libertà di concorrenza derivanti dagli emendamenti al Ddl che puntano a regolamentare le Società di capitale nel campo odontoiatrico.
 
“I dati – rileva Prada - indicati dimostrano come siano già oggi gli stessi pazienti a prediligere il dentista libero professionista tradizionale e non servano “aiutini” da parte del Parlamento per condizionare la scelta. Servono, invece, regole certe e chiare che tutelino i pazienti da truffe e terapie che puntano al profitto ed a logiche commerciali e non alla cura. Tutela che si può ottenere solo permettendo all’organismo deputato a questo, l’Ordine professionale, di compiere il proprio potere di controllo anche in quelle strutture, le società di capitale, in cui oggi non ha potere”.
 
“Gli emendamenti proposti – precisa - non fanno altro che estendere le tutele che i cittadini oggi hanno rivolgendosi per le cure ad un dentista libero professionista, anche a coloro che scelgono di farsi curare in una clinica odontoiatrica organizzata come società di capitale. Per questo apprezziamo il coraggio di quei Senatori che ci hanno ascoltato e si sono schierati contro quegli aspetti poco chiari che, mascherati da liberalizzazione, coprono spesso il malaffare ed il facile profitto a discapito di ignari pazienti. Andare da un dentista, da un medico non è come collegarsi con un telefono e chiamare un taxi o comprare un vestito in uno store online.  Il lavoro del dentista e del medico si chiama cura e viene esercitato secondo scienza e coscienza da professionisti che devono rispettare regole deontologiche precise, altrimenti non potranno più esercitare la professione, l’unica professione per cui hanno studiato e che sanno fare.  Un imprenditore, invece, quando la clinica non rende come pensava la chiude ed in quei locali ci apre una negozio di sigarette elettroniche”.

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